Posto numero settordici

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  1. Kevin Sawyer
     
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    Ovviamente, Kevin non aveva il biglietto del treno.
    Oh, insomma. Si era già impegnato a pagare lealmente gli acquisti per quel grande giorno! Volete pure che sborsi dollari per uno stupido biglietto? Certo che no. Che sarà mai. Tanto, non c'è mai nessuno in quel treno, e tantomeno nessuno che controlla se hai effettivamente pagato per il viaggio all'infernale nido dei demoni. E che cavoli, altro che pagare il biglietto! Anzi, avrebbe dovuto ricevere una valagna di soldi, visto che quel giorno si sarebbe fatto il culo contro qualche demone, così, per sport. Ancora grazie, eh.

    Aveva abilmente scavalcato le sbarre del controllo automatico dei biglietti, e si sentiva a posto. Cioè, sapeva per sentito dire che quei treni per il Tartarus erano sempre vuoti e desolati.
    Falso. Dalla riapertura ufficiale di quella linea ferroviaria, pareva proprio che altri idioti avessero avuto la malata idea di passare una mattinata in allegra compagnia del pericolo. E chissà, magari data l'insolita affluenza di passeggeri, a qualche capotreno carogna sarebbe venuta in mente l'idea di controllare i biglietti, come si faceva secoli fa.

    Quello era un problema da evitare. E c'erano anche i posti numerati.

    - Pff. I posti numerati sono per i deboli.
    Mormorò tra sè e sè, scorrendo le file in cerca di un posticino sufficientemente riparato da poter scorgere in tempo eventuali controllori.
    Uno in particolare lo attirò: un posto con due soli sedili, appartati in un cantuccio del vagone e con un'angolatura ottimale per consentire un buon campo visivo. In più, uno dei due posti aveva un numero strano. Uno e... sette? O quattro? Non si capiva, era tutto consumato.
    Ottimo. Così, se qualcuno avesse avuto il posto quattordici o il posto diciassette sarebbe rimasto fregato. Quello era il posto numero Settordici.
    Si sedette, scrutando attentamente il resto del vagone.
    Nulla doveva sfuggire alla sua supervista.

    - ...
    Infatti, Kevin notò che tutte le persone che si trovavano in quel treno erano in gruppi da almeno due o tre persone. Improvvisamente si sentì stupidissimo. In fondo era solo un ragazzino che si credeva grande e figo, ma la verità era che dimostrava sì e no tredici anni. Mingherlino. Neanche tanto forte. Solo soletto sul treno per il Tartarus.
    Solo soletto...

    - ...Merda.

    Doveva trovarsi un partner.

    Edited by Kevin Sawyer - 3/6/2012, 18:15
     
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  2. TalesDreamer
     
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    Lei invece l'aveva comprato, il biglietto, perché non ricompensare adeguatamente chi ti offre un servizio è una cosa da deboli e da vigliacchi. Anche se il portafogli iniziava un po'a piangere, visti i soldini spesi per comprare ciò che indossava in quel momento.
    La tuta protettiva era nascosta sotto una normale tuta da ginnastica grigia. Gli stivali rinforzati erano invece in bella vista, in tutto il loro rossissimo splendore: l'avrebbero protetta dai pestoni altrui, rendendole un po'più facile l'orrida impresa che la aspettava.
    Davanti a lei, metri e metri di carrozza del treno interamente occupati da persone.
    Ricontrollò il suo biglietto elettronico sul cellulare: il posto era il numero 16. Si strinse l'aggeggio al petto, e iniziò la sua avanzata.
    Dovette affrontare ascelle puzzolenti, signore urlanti, bambini piangenti e un uomo così grasso da tappare interamente il corridoio con la sua mole (lo oltrepassò scivolandogli tra le gambe). Rischiò la morte a causa di una valigetta che volò giù dal portaoggetti quando il treno partì. Ricevette numerose gomitate e spintoni, e ne restituì il doppio.
    Infine, giunse a destinazione. Il posto accanto al suo era ovviamente occupato, e chi lo occupava era...
    «Eh no, eh.» disse, fissando Kevin con questa faccia. Voltò il capo freneticamente a destra e a sinistra, cercando un altro posticino libero, ma tutti i sedili parevano essere occupati. Il corridoio? Pieno pure quello.
    Riportò lo sguardo sul ragazzino e ripetè «Eh no.»
    Doveva essere una specie di scherzo, dai.
     
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  3. Kevin Sawyer
     
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    Una specie di scherzo?! Una "specie di scherzo" un cavolo, quella era una fottutissima maledizione!
    A momenti si strozzò nella sua stessa saliva, alla vista di una Ivonne selvatica sbucata all'improvviso dalla gente alta.

    - Ma che..!? No...
    Fissò la ragazza, sconsolato. Cioè, ma tra millemila persone su quel treno quel giorno e quel posto, perchè lei?
    No, un momento. Se lei era lì, probabilmente significava che aveva avuto la stessa idea di Kevin. Ossia fare a pezzi i demoni. In modalità solitaria?
    Rabbrividì al pensiero che ci potessero essere "le amiche di Ivonne". Tipo queste donne altre tre metri, muscolosissime e sudate, piene di tatuaggi fosforescenti e piercing sui capezzoli, coi denti gialli e i peli sulle gambe più di quanti ne avesse Kevin stesso. Terrorizzato, fece scorrere lo sguardo a destra e a sinistra della ragazza.

    - Sei tu... Sei... sei da sola vero?
    Che sembrava più il primo approccio di un maniaco, detta così, ma passiamo oltre. Pareva che la ragazza fosse veramente da sola, e questo tranquillizzò relativamente Kevin.
    Si schiarì la voce, tentando di riprendere un atteggiamento discretamente dignitoso...

    - Ah, io non mi siederei lì, prima ci era seduto un cyborg che perdeva olio dalle chiappe. Almeno credo che fosse olio...
    ...perchè mentire, per trollare e infastidire la gente era una delle sue passioni preferite. Kevin provava un certo gusto nel demolire quell'aura di superiorità tipico di certe persone (anche di Ivonne, ma secondo lui era tutto merito delle tette), usando battutine cretine e dispettose per il puro piacere di vederne le reazioni sulla faccia delle vittime.
    Ma doveva stare attento a non tradirsi. Tipo a non mostrare quella faccia, esattamente quella che stava mostrando in quel momento, compiaciuta e vagamente cattiva mentre aspettava la reazione della vittima. Reazione che, in casi particolari come questo, poteva anche consistere in un diretto sul naso.
    Ma Kevin non aveva paura. O anche sì, ma il piacere di trollare era decisamente più forte.
     
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  4. TalesDreamer
     
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    «Sono da sola.» confermò, un po'stupita da una domanda così ovvia. Mica aveva bisogno di qualcuno che la proteggesse, lei.
    Abbassò lo sguardo e fissò il sedile che le spettava. Non vedeva macchie di olio o di altro schifo, ma solo un po'di briciole che spazzò via con la mano. Insomma, sembrava okay. Era un bellissimo posto, ed era l'unico non occupato del treno. La compagnia non era il massimo, ma poteva sempre mettersi le cuffie e ignorare il moccioso...
    A convincerla definitivamente fu la voce elettronica che annunciava la partenza del treno. Sgranò gli occhi, realizzando cosa sarebbe successo da lì a pochi secondi.
    Qualcosa di terribile.

    Si lanciò sul sedile un istante prima che i motori si mettessero in funzione. Non facevano nessun rumore, quei cosi moderni, ma quello che provocarono creò un certo casino per compensare.
    Il contraccolpo dovuto alla partenza minò la stabilità della gente in piedi nel corridoio, coinvolgendoli in un pericoloso effetto domino. Bimbi che urlavano, valigie che cadevano e signori che urlavano perché le suddette valigie erano cadute sulle loro teste. Un signore grasso e unto come un krafen cadde all'indietro, incespicando lì dove Yvonne si trovava fino a un istante prima. Rabbrividì al pensiero di trovarsi pressata contro quelle carni umidicce. Sarebbe morta spiaccicata dal peso, o asfissiata dalla puzza di sudore che sentiva fin lì, o forse ambo le cose.
    Sospirò di sollievo. Era proprio felice di avere quel posto a sedere, anche se le era costato un bel po'. In quanto a Kevin, incrociò le braccia e lo fissò, come a dire "mbeh, ora che fai?"
    Che ci provasse, a farla andare via di lì. Lei non si schiodava.
     
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  5. Kevin Sawyer
     
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    Il super-ultra-miraboloso-trenissimo-modernissimo era così ad ogni fermata. E poi dicono i progressi della tecnologia, eh.
    La sfortunata plebe che non aveva trovato un posto a sedere manco nei portabagagli, rischiava la morte per effetto domino ad ogni fermata. Ma Ivonne, agile e veloce come un furetto, era riuscita a salvarsi dallo spiaccicamento umano catapultandosi sul posto di fronte a Kevin. Male. Molto male.

    Ora erano faccia a faccia, come due acerrimi nemici di quei vecchissimi film western.
    Ma Kevin non s'intendeva di cinema, nè di pistole. Che detta così con le pistole suona malissimo ma oh, che cacchio volete.

    - Bella giornata eh? Peccato che tu abbia sbagliato treno. Questo non va al centro commerciale di HelloBeavy, sai?

    S'intendeva di essere fastidioso.
    HelloBeavy. Il sogno erotico di Pedobeaver. La nipotina canadese della vecchia nonna Kitty. Una delle più grandi icone del ventiduesimo secolo. Simbolo di orgoglio nazionale delle bimbeminchia. LEI.
    Non è graziosa? L'ho disegnata io con Paint.

    Era sicuro che al solo sentire la parola HelloBeavy Ivonne avrebbe avuto il vomito, o qualcosa di molto simile.

    - Questo capolavoro della tecnologia porta dritto alle porte dell'inferno..! I demoni ti spiaccicheranno e ti faranno diventare un poster, se ti andrà bene.

    Si stava permettendo troppo, lo sapeva. Ma la situazione era a suo vantaggio: attacco psicologico a Ivonne per mezzo di HelloBeavy + Treno pieno di gente e possibili scudi umani + Unico posto libero da sedersi erano una bella combo che gli garantiva una certa sicurezza.


    Dite, ma non è bellissima HelloBeavy? <3
     
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  6. TalesDreamer
     
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    Il Narratore qui apprezza molto Hello Beavy, davvero. È molto graziosa. Yvonne invece storse le labbra nel sentir nominare quella Cosa, ma la sua fu una smorfia di circostanza.
    Difficile schifare veramente qualcosa che non si capisce. Voglio dire, quando Yvonne aveva avuto l'età giusta per andare in giro con uno zainetto di Hello Beavy, era troppo occupata a prendere a pugni i compagni di classe per fare caso a queste cose da femmine.
    Adesso è troppo grande per rimediare, e, beh, ha l'impressione di essersi persa qualcosa. Non sa se quel qualcosa gli sarebbe piaciuto, ma è comunque una perdita.

    «Ci sono andata l'altroieri, al centro commerciale.» spiegò, mentre appoggiava in maniera del tutto casuale un piede sull'orlo del sedile altrui. In mezzo alle gambe di Kevin, per la precisione, che si era stravaccato sul sedile come se fosse il divano di casa sua.
    «E ho comprato questi :3»
    Agitò il piedino, mettendo in mostra il suo stivale nuovo. Rosso, lucido, figo, punta rinforzata in metallo e suole estremamente spesse. Una calzatura nata per spezzare falangi, rompere denti e schiacciare noci, if you know what I mean.
    «Ti piacciono? :3»
     
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  7. Kevin Sawyer
     
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    Trasalì un poco, nel veder posarsi il piede di Ivonne così pericolosamente vicino ai suoi, uhm, gioielli.
    Ma non si scompose ulteriormente.

    - Ehm, sì, sono molto carini...
    Constatò ammirandone specialmente la punta rinforzata, ed evitò di aggiungere che le sarebbero stati bene con un completo in latex dello stesso colore. Aw, doveva fare male, quella punta...

    - Mi pare di capire che ti sei equipaggiata bene, eh? Beh, anche io ho comprato qualcosa per l'occasione...
    E portò le mani alla zip della felpa, aprendola lentamente. Come farebbe un vero seduttore.
    Ma il larghissimo e per nulla sexy indumento non svelava muscolacci e pettorali degni di Leonida, bensì... Una bodysuit!
    Carina, resistente e bella attillata, grigia e nera da modello standard. C'è da dire che gli stava anche bene, dai.

    - E pensa che non l'ho neanche rubata..! Comprata proprio nuova, in città. Giuro.
    Qualche signore che stava origliando borbottò qualcosa su questi cattivi ragazzi dei giorni nostri che rubano e che ai suoi tempi blablabla. Tuttavia, non era solo quello: se Ivonne aveva ancora un piede così vicino al pacco di Kevin, lui aveva iniziato a spogliarsi del tutto della felpa per mostrare la sua bella bodysuit.

    - Che caldo, potrei togliermi anche i pantaloni...
    Qualche signora se ne andò scioccata, senza sapere che la bodysuit era completa anche del pezzo sotto.

    - Però senti che duro, è davvero resistente...

    ...Il materiale della bodysuit, intendeva. In effetti, se qualcuno avesse origliato quella conversazione senza guardarne il contesto, poteva fraintendere.
    Ma oh, lui mica lo faceva apposta. Credo. 8D
     
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  8. TalesDreamer
     
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    Oh, il moccioso aveva una veste protettiva? Quindi faceva sul serio.
    «Ma che bravo.» commentò, battendo le mani un paio di volte «Così forse non piangerai troppo quando i mostri ti faranno la bua.»
    Una vecchietta in piedi lì vicino li stava guardando con aria particolarmente sdegnata. Ah, questi giovani d'oggi, sempre a parlare di sesso! Ai miei tempi c'era più pudore, bla bla bla bla.
    La ignorò allegramente. Era Kevin quello che stava facendo lo scemo, mica lei.
    «E spiegami, come pensi di uccidere i mostri? Nel Tartarus non ci sono mica bidoni della spazzatura da tirare contro i Demoni, sai.»
    Bidoni come quelli che aveva osato lanciare a lei con quegli stupidi poteri telecinetici. Forse si era portato delle munizioni da lanciare? Come delle palline di ferro. Delle biglie.
    Portiamoci dietro la vecchina e lanciamo lei.
    Leeentamente, spostò lo sguardo dal volto di Kevin a quello della nonnetta scontrosa.
    Non deeevo ridere...
    Cercò di trattenersi mettendosi una mano davanti alla bocca, le guance gonfie come palloncini. Si girò subitissimo, mettendosi a osservare il finestrino con nonchalance. Oltre il vetro, avanzi di vecchi edifici facevano capolino tra gli alberi.
    Ah, questi giovani d'oggi, così irrispettosi degli anziani. Ai miei tempi...
     
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  9. Kevin Sawyer
     
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    Aw, peccato, Ivonne non era stata al gioco "parliamo solo per doppisensi così la gente si scandalizza". A Kevin piaceva tanto quel gioco.

    - Tsk! Lanciare bidoni non è l'unica cosa che so fare, sai?

    Improvvisamente, un'idea malsana gli passò per la testa. E se...?

    - Anzi... Lo vedrai coi tuoi occhi.

    Sorriso furbo.
    Era una brutta, bruttisima idea. Ma peggio di così non poteva andare, si disse. Sia lui che Ivonne erano stati così furbi da non portarsi un partner plurilaureato in medicina o cose del genere, quindi avrebbero dovuto per forza puntare tutto su una tattica offensiva alla "uccidi tutto ciò che si muove".
    E la tattica offensiva funziona meglio se si è in tanti.

    - Che ne dici? Vuoi andare sola soletta a far vedere i tuoi nuovi stivaletti ai demoni, o vuoi fare una bella gara a chi ne uccide di più con il sottoscritto? Scommetto che non mi batti.

    Doveva essere pazzo. Ma aveva, e cacchio se ne aveva, bisogno assolutamente di un partner, e probabilmente anche per Ivonne era così.
     
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  10. TalesDreamer
     
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    Tzè! Avrebbe vinto lei, perché picchiava dippiù del moccioso. E anche perché, slealmente parlando, aveva un demone ai suoi ordini. Le uccisioni della sua Nala contavano nel suo punteggio, no?
    «Affare fatto.» decretò, facendo scivolare il piede giù dal sedile di Kevin. Tregua momentanea, insomma.
    Certo, avrebbe preferito sapere cosa sapesse fare realmente il moccioso, sapere se era effettivamente un combattente valido o sarebbe stata una palla al piede. Ma lui voleva mantenere la sorpresa, ergo andava bene così. Strategicamente parlando non aveva molto senso, ma non è che loro due avrebbero saputo creare una strategia, in fondo.
    Erano troppo stupidi.

    [Continua qui]


    Edited by TalesDreamer - 17/8/2012, 23:40
     
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