[Quest - GM] Un pacchetto per il "fuoricittà"

[Lysander; Atropo; Shana; Dr. X]

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  1. CiccioBaslardo
     
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    Era una notte buia e tempestosa nelle periferie di Toronto; dei vecchi stivali muovevano gli ultimi metri dell'ennesima lega percorsa.
    Chi indossava quei stivali conosce bene quei vicoli, ma non abbastanza da poter sfuggire ai suoi aguzzini.
    Perdeva sangue da un fianco, e questo non faceva altro che infervorare i famelici animi di chi lo stava fiutando. Volevano il suo corpo come ultima portata del ricco pasto avuto poche ore prima.
    Non potevano permettere di lasciarsi sfuggire una preda così rara.

    La condensa dell'affannoso respiro si volatilizzava nell'aria fetida di un vicolo che ospitava i corpi inanimati di sacchi della spazzatura lasciati al proprio destino. La preda sapeva che i predatori l'avrebbero sicuramente presa, ma nessuno, per quanto disperato, regala la propria vita.
    La sua corsa continuò ostinata verso una porta illuminata da dove provenivano diversi rumori. Forse il retro di una cucina, a giudicare dall'ammasso di sporcizia accumulata nei pressi dell'uscio.
    L'inseguito sentì dei rumori e si girò. Fece male a controllare, trovò solo la conferma della sua paura: Un grosso cane, che per voltare l'angolo, era scivolato in una pozzanghera, schiantandosi rumorosamente contro un cumulo di rifiuti accostati ad un muro, finendo completamente sommerso da essi. Era il cacciatore che la stavano inseguendo.
    La paura lo immobilizzò e costrinse l'inseguito ad osservare la scena senza poter muovere un passo in più.
    Un fumo nero come il catrame si fece largo da sotto i cumuli di spazzatura dove il cane era sepolto. Una coltre dalle movenze innaturali: si muoveva controvento e ostinatamente verso la direzione dell'inseguito. Ogni microscopico componente di quella nube mefitica, non sembrava muoversi solo grazie alla brezza, ma per una volontà che accomunava ogni singola nera molecola. Tutte con la volontà di raggiungere la loro preda.
    Forse era la suggestione del momento, ma all'interno della nube, il malcapitato aveva l'impressione di distinguere distintamente un sorriso inumano.
    Era un sorriso con più denti di quanti ne potesse vantare uno squalo; due occhi da predatore, che avrebbero potuto pietrificare il fuoco stesso solo con i sadici pensieri che penetravano nella mente di chi aveva la sfortuna di osservarli.

    La nube si avvicinava insistente, ma la preda non poteva muoversi, tanta la paura.
    Momenti infiniti che invecchiavano di 10 anni ad ogni secondo chi li stava vivendo. La paura si era materializzata davanti a chi per ripararsi dalla pioggia che, inclemente, bagnava l'asfalto sporco e le fogne umide di Toronto.

    Non posso raccontarvi in che modo io e quella preda ci siamo incontrati, ne come io la salvai da quel predatore così inusuale. Quello che vi è dato sapere è la vostra missione.
    Dovrete portare fuori da Toronto il ricercatore. Dovrete passare per le strade e lo dovrete fare di giorno.
    Alcuni "funzionari pubblici" cercheranno di fermarvi e scortarvi… non fidatevi.
    Al di fuori della città sicura, nello Sprawl, la vita sarà ancora più difficile, per non parlare poi di quando varcherete i confini di Toronto.
    Ricordate: Muovetevi solo di giorno; accettato l'incarico ed usciti da qui non avrete nessun alleato eccetto voi stessi; non rivolgete alcuna domanda a colui che scorterete; la vostra meta, la stazione di servizio abbandonata a sud della città, sarà la vostra unica meta finché seguirete quest'incarico.
    Seguite queste regole e tutto andrà bene… se sapete sparare, ovviamente.
    Dunque: Chi accetta rimanga per maggiori informazioni… il resto può sparire.

    Nessuno è mai stato qui, e chi c'è stato morirà. Ergo: se qualcuno ve lo chiede, voi eravate dove volete, anche al polo sud per quanto mi riguarda, l'importante è che non riveliate il logo di quest'incontro. Chi lo farà riceverà presto visite… non vi posso garantire che siano visite di cortesia.


    Siete intorno ad un tavolo in frassino decorato solamente dalle scanalature del legno; a capotavola c'è il classico ceffo con il viso in penombra che gli copre il volto; dietro di lui ci sono due omaccioni armati ed una persona che indossa un khimar e sotto ancora una maschera che lascia solo due fessure per gli occhi. E' uno scantinato. Molto stretto.
    Niete finestre ne luci esterne. La stanza è completamente tinta di bianco. Persino le mattonelle sul pavimento sono del pallido colore.
    Siete rimasti solo in nove nella stanza, dopo che gli atri se ne andarono.
    Il capo non sembra scherzare affatto. Anche perché, dietro di lui, i due gorilla, erano armati di tutto punto.
    E' probabile che abbia fatto questa pausa per sentire le voci di chi era rimasto... forse per farsi un'impressione di loro sentendo la prima frase con cui si "presenteranno".
    Non si sà cosa gli frulli per la testa, ci si accorge solo che c'è troppo silenzio.

    CITAZIONE
    A scanso di equini stabilirò io i turni.
    1: Lysander
    2: Atropo
    3: Shana
    4: Dr. X

    Buon game!


    Edited by CiccioBaslardo - 2/1/2013, 12:47
     
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  2. Varro
     
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    Nel volantino c'era qualcosa che non quadrava: promesse di gloria e ricchezza. Grossomodo come al C. A. R., solo che lì sono del tipo "Arruolatevi, sarete eroi", poi ti fai anche solo due mesi di vita sotto le armi e impari a non prendere più inchiappate del genere.
    Non solo, la fregatura era praticamente certa. Inoltre, tutta quella roba, la Vanguard Trasporti, il fatto che alcuni suoi colleghi l'avessero nominata spesso senza però entrare nei particolari, il tizio losco che lo aveva adescato e gli aveva dato quel lavoro ignoto... tutto suonava di mafia o quantomeno criminalità organizzata lontano un miglio; quale occasione migliore per Lysander, per un vigilante?

    Sempre che non si sapesse in giro che si era riciclato come pattuglia di quartiere dopo che era stato cacciato dall'esercito, ovviamente, era lì che pensava mentre seguiva le istruzioni del tizio verso il luogo in cui, stando alle sue parole, si sarebbe tenuto l'incontro che avrebbe spiegato tutto.
    Uno scantinato, piccolissimo, senza luci esterne o finestre. Il luogo perfetto per un'imboscata. I due unici colori sono il bianco delle pareti e il grigio scuro delle armi dei due tizi che stavano ai lati di una terza figura velata, mentre un quarto ceffo dal volto seminascosto parlava di quello che aveva tutta l'aria di essere un attacco demoniaco.

    Santo Dio, sembrava che stesse raccontando la trama di un film di paura, di quelli che danno magari per Halloween più per spaventare i bambini che altro, eppure Elle era sicuro al cento per cento che fosse tutto vero. Aveva assistito più volte ad attacchi di demoni, li aveva combattuti quando era appena una recluta, aveva ucciso il proprio ufficiale in comando che sotto la loro influenza, quindi era pienamente consapevole del fatto che, quantomeno, quella fiumana di parole fosse realistica.
    Poi si era passati dall'horror alla spy story con tutta l'infinita serie di raccomandazioni sul "pacchetto": portarlo a sud, non fidarsi di nessuno, andare sempre avanti, siete sacrificabili. Le possibili spiegazioni erano due: il tizio era paranoico, uno, la fine del mondo era assai vicina, due.
    Dato che della seconda ipotesi si era parlato a cadenza regolare da alcuni millenni, Lysander era più propenso verso la paranoia del datore di lavoro.

    E poi la classica minaccia del "Fate come dico io altrimenti sono gatti."

    Troppe citazioni, decisamente troppe. Ma sulla qualità delle visite potenziali per Elle valeva la pena spendere qualche parola.

    E queste "visite di cortesia", come dice lei, da parte di chi sarebbero? Mafia, Governo, Tartarus?

    Forse oltre ai soldi poteva portare da Lefty qualcosa di più concreto...
     
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  3. The Candyman
     
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    E lei che aveva seguito il volantino pensando che si trattasse di uno di quei bastardi che promettevano guadagni tramite una sorta di sistema piramidale. Uno di loro la aveva fregata una volta togliendole una buona parte dei suoi risparmi, e ora pensava di aver avuto una buona occasione per vendicarsi su qualcuno della sua stessa razza.
    E invece no, era un vero incarico, una sorta di scorta, mascherata da favoletta paurosa... Anche se, in effetti, i due tizi armati davano una parvenza di serietà a tutta la faccenda. Magari si sarebbe rivelata una cosa interessante...

    Da quando era entrata, quasi un'ora prima che il ceffo in penombra iniziasse a parlare, era rimasta per tutto il tempo appoggiata al muro con braccia conserte, imbronciata per la mancata presenza di un venditore di fumo da uccidere. Si era messa persino dei vestiti da cittadina qualunque per non destare sospetti nella mancata vittima, e che tutta la sua piccola messinscena non fosse servita a nulla la mandava in be...
    Aveva girato immediatamente il capo quando un odore noto era entrato dalla porta che si apriva.
    Con un largo sorriso, aveva guardato la ragazza negli occhi non appena varcò la soglia, e strizzato vistosamente l'occhio nella sua direzione. A questo punto sperava che anche lei si sarebbe unita nell'incarico, si sarebbe rivelata una cosa divertente, anche se l'ultima volta si era rivelata essere una gran rompiballe.
    Non si era sprecata neanche a guardare gli altri, anche perché alcuni se ne andavano subito dopo aver varcato la soglia o dopo pochi minuti.

    Per fortuna il tizio aveva deciso di iniziare a parlare, facendo così andar
    correre
    via abbastanza persone da rendere quell'orrido sgabuzzino quasi vivibile.
    Squadrò senza troppa attenzione il tizio che aveva deciso di
    fare inutili domande a vanvera
    chiedere ulteriori informazioni, per poi decidere di farsi avanti a sua volta, staccandosi dal muro e rumoreggiando con le scarpe col tacco che aveva deciso di mettersi.
    << Io credo che in quel caso saranno simpaticoni come quei due lì dietro >> indicò i due tizi armati alle spalle del cazzone che aveva descritto la missione << a farci visita e a... TENTARE di farci la pelle... >> Chiuse gli occhi e, per alcuni secondi, prese a massaggiarsi all'indietro le due code quasi come fosse sotto la doccia.
    << Una domanda... >> scrollò il capo e guardò il mandante negli occhi << è previsto un qualche genere di aiuto nel caso dovessimo... diciamo solo "trovarci nei guai con la legge" per ciò che qualcuno di noi POTREBBE essere costretto a fare se dovessimo imbatterci in..."funzionari pubblici" veri o presunti che siano? >>
    Incrociò le dita e sperò in un "sì", magari poteva approfittare della situazione e divertirsi un mondo!
     
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  4. Okami
     
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    sbym2
    Shana Okami

    Era iniziato tutto ... con un volantino. Un anonimo, semplicissimo pezzo di carta bianca, che prometteva un lavoro e una paga.
    Per una come Shana che, senza casa, senza identità e senza una famiglia a cui poggiarsi in caso di bisogno aveva i suoi bei grattacapi, quella prospettiva era già un qualcosa di grandioso.
    Aveva trovato il volantino in una strada, perfettamente integro. Posato per terra, proprio come se qualcuno l'avesse poggiato lì apposta perché lei lo trovasse. Anzi, era andata certamente così, ecco perché Shana aveva capito che c'era qualcosa che puzzava di marcio, in tutta quella faccenda.
    Nel trovare il volantino, si era fermata, in quel quartieraccio dello Sprawl, piegandosi sulle ginocchia per raccogliere il pezzo di carta e scrutarlo con aria critica. Avrebbe potuto sembrare un evento casuale, ma non lo era affatto ... nel raccogliere il volantino, a Shana era parso di sentire prima una traccia olfattiva, e poi un piccolo rumore.
    Si era guardata intorno, ma non era riuscita a trovare nulla di insolito. Mephistopheles, che dalla sua stessa ombra la sorvegliava come un Ricercatore fa con una provetta, l'aveva avvisata che il tipo che l'aveva seguita si era ormai dileguato. Questo voleva dire che nessuno che c'è l'aveva con lei. Semplicemente, qualcuno aveva voluto farle notare una cosa. Una proposta di lavoro. Interessante.
    A giudicare dalla "propaganda" non era il tipico lavoro semplice e rispettabile, anche se il volantino dava proprio quest'impressione. L'ultima cosa che quella ragazza appena maggiorenne e dagli occhi rossi come rubini aveva pensato, prima di andarsene da lì, era che finalmente era sopraggiunto qualcosa in grado di spazzare via la sua noia ...

    [...]

    Ed ecco che si era dunque ritrovata lì, in quella stanzetta stretta, attorniata da estranei, ad ascoltare la storia di un tipo che di rassicurante non aveva proprio nulla: volto oscurato e immerso nell'ombra, voce roca e ... beh, a "proteggerlo" c'erano guardie del corpo che sembravano più dei lottatori di wrestling. Armati fino ai denti, però. E un individuo altrettanto inquietante, con una maschera sul volto.
    Il lavoro "normale", quello descritto dal volantino, prevedeva lo scortare un pacchetto. Il "pacchetto", in realtà, era una persona ... una persona con una strana storia alle spalle. E il lavoro prevedeva si, lo scortarlo fuori dalla grande città di Toronto, ma a quanto pare quella non sarebbe stata un'impresa facile, visto che qualcuno (o qualcosa!) avrebbe certamente tentato di fermarli.
    "Questa faccenda puzza. Decisamente. O forse è questo stanzino, che puzza." pensò Shana.
    Non si era guardata troppo intorno, quella ragazza così silenziosa. Si era limitata a gettare un piccolo sguardo ai suoi futuri "colleghi". Erano tutti estranei, a parte una mutante che aveva già avuto modo di conoscere nello Sprawl. Ma neppure a questa aveva dedicato più di un'occhiata ... aveva valutato tutto con aria quasi annoiata, con la sua tipica espressione neutrale da tizia-che-non-teme-nulla.
    Quando l'uomo che aveva commissionato loro quel lavoro tacque, un silenzio lugubre calò sullo stanzino. Shana aveva le braccia conserte, era in piedi, poggiata su una catasta di scatoloni, e osservava la scena senza dir nulla.
    Qualcuno aveva preso la parola, esponendo un dubbio o commentando quel "lavoro", ma lei non aveva proprio nulla da chiedere. Voleva solo iniziare, buttarsi a capofitto in un compito, qualunque compito, e non pensare ad altro per un po' di tempo. La sua vita era diventata fin troppo noiosa, voleva solo iniziare, tutto qui.
    Non disse nulla. Si limitava a tacere, e a guardare, gli occhi attenti ma anche apatici. Aveva inclinato leggermente il volto alla domanda della mutante, perché per lei la risposta non contava.
    Il metodo di Shana era questo: uccidi solo per non essere ucciso a tua volta. La ragazza infatti preferiva agire in modo silenzioso (in fondo, nell'infanzia era stata pur sempre una ladra!), cercando di non farsi troppo notare e camuffando le proprie tracce, anche grazie all'aiuto di Mephisto. Quando le condizioni diventavano critiche, poteva decidere di uccidere ... ma questo si verificava davvero in rarissime occasioni.
     
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  5. Bastirdo
     
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    A Grigorij non andava particolarmente a genio il dover consegnare un "pacchetto", ma al momento aveva bisogno di finanziamenti per le sue ricerche... "Finanziamenti", "ricerche", già, a lui piaceva pensarla a paroloni sofisticati, ma la verità è che gli servivano per campare. Il poco danaro che si era portato dall'Inghilterra sarebbe finito presto e i lavori che era riuscito ad ottenere da quando era arrivato davano guadagni insignificanti, e la cosa che era riuscito a studiare più da vicino era un frittella rimasta appiccicata sul pavimento di un localaccio dove aveva cucinato per qualche giorno, nello sprawl ovviamente.

    Si pettinò la cresta con la mano, tradendo la sua curiosità. E quindi il pacchetto si era rivelato qualcosa di ben diverso, una persona da scortare, e non una persona qualunque, un ricercatore. Un ricercatore a sua volta parecchio ricercato, a quanto pareva. Sorrise lievemente, senza mostrare i denti. Avrebbe potuto chiedere quanto fosse importante non parlare al "pacchetto", ma preferì starsene zitto, fece finta di non aver sentito quella parte delle istruzioni. In fondo, non poteva essere così importante.
    Ma di tutta la vicenda non era solo il poter parlare con un "suo simile" ad intrigare Grigorij; un demone, un vero e proprio demone era coinvolto in tutto l'affare, e beh, lui era venuto lì proprio per studiarli. Durante la sua carriera si era fatto un'idea abbastanza chiara del mondo e della scienza: non importa quanto una cosa sia strana o sembri impossibile, se esiste, allora è scientificamente possibile. Sì, forse non si capisce ancora come diavolo sia scientificamente possibile, ma lo deve essere. E lui era molto, molto interessato a scoprirlo, quel "come".

    In fondo doveva ringraziare quella frittella piena di sporcizia, visto che ci aveva trovato appiccicato il biglietto.
    Chissà se un demone si può dissezionare.....
    Continuò a sorridere.
     
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  6. CiccioBaslardo
     
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    Squadrò i quattro elementi che erano rimasti nella stanza dopo aver ascoltato ed osservato le loro "presentazioni"
    Cinque era il numero perfetto per una missione di quel tipo… peccato che solo due elementi di quella scorta sarebbero passati inosservati ai posti di blocco che avrebbero incontrato nella strada.
    La mutante era l'unica dei quattro mercenari ad essere vestita in un modo decente, ma appunto: era una mutante rossa fiammante con due tentacoli enormi che gli uscivano dalla testa e che la percorrevano in lunghezza fino alle ginocchia.
    Appariscente a dir poco.
    I due uomini avevano scritto in fronte "stiamo facendo qualcosa di illegale".
    Uno sembrava uscito poco fa da uno di quei campi militari d'addestramento dei marine americani… e che non stesse facendo ricerche per loro era in dubbio.
    L'altro invece… diamine se con quella cresta ed il sorriso soffocato non sembrava il cattivo di un vecchio e poco famoso cartone del secolo scorso!
    Insomma, l'unica del gruppo che sarebbe potuta passare per un professionista rispettabile e timorato di Dio è la ragazza dai capelli scarlatti. Se non fosse stato per il suo abbigliamento.

    Decise di ignorare ogni richiesta e passare all'unico dato rilevante che i quattro non avevano ancora dato.
    'Signori' si rivolse ai presenti 'vi prego di scrivere su questo foglio il nome con cui sarete chiamati durante quest'operazione'.
    Mise un foglio bianco sul tavolo e ci posizionò sopra una penna stilografica placcata in oro. Molto elegante.
    Mise una mano sopra il foglio e lo fece scivolare difronte al "soldato".
    'Mentre scrivete, prestate attenzione alle mie parole.' Disse l'uomo, mentre si appoggiava allo schienale della sedia.
    'Tutti voi siete troppo appariscenti per il centro di Toronto. Ergo, dovrete muovervi separati dal pacchetto. Organizzatevi come meglio credete'.
    L'uomo in penombra smise di parlare e tirò fuori un biglietto dalla tasca per poi lanciarlo al centro del tavolo. Sul foglietto c'era scritto "BBG Inn".
    'E' una vecchia locanda ai margini ovest del centro città. Ci incontreremo li.'
    Si guardò l'orologio.
    'Abbiamo fatto troppo tardi. Vi consiglio di correre fuori di qui e fare in modo di arrivare tutti insieme alla locanda senza farvi fermare o vedere. Ormai siete dentro, ecco parte del compenso'.
    Lancia al centro del tavolo quattro mazzette di Dollari canadesi e si alza.
    Prima di andarsene si affaccia alla luce della lampada al centro della stanza scoprendo i lineamenti del suo viso.
    'Ormai siete dentro' ribadisce.
    Dopo di ché esce dalla porta insieme al pacchetto ed ai due gorilla armati.

    CITAZIONE
    -Fate in modo di dedicare uno spazietto anche alla descrizione del cosa scrivete nel foglio. Bastirdo, fa in modo di dedicare uno spazietto anche alla restituzione del foglio con i nomi prima che il losco individuo si volatilizzi.
    -Nelle mazzette ci sono 100C$ ciascuno.
    -Avete 3 post per uno per descrivere il vostro percorso fino alla locanda. (rispettando l'ordine stabilito)
    -Attenti ai post a sorpresa!
    Per piacere mettete il nome del vostro personaggio (possibilmente con foto) "come ha fatto Okami"


    Edited by CiccioBaslardo - 2/1/2013, 17:24
     
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  7. Varro
     
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    Qualunque cosa sarebbe successa di lì a poco, Lysander era più che conscio che se la era andata a cercare: aveva virtualmente firmato il contratto con la liberatoria sulle responsabilità della sua morte. Si era andato ad immischiare con quello che aveva tutta l'aria di essere un affare mafioso o giù di lì, data anche la compagnia che si era ritrovato: di quattro che erano, l'unica persona un minimo normale gli sembrava la ragazzina coi capelli rossi, dato che l'altra tipa novanta su cento era una mutante, e quelli come lei di norma non passano molto inosservati, oltre a lavorare spessissimo nel sottobosco criminale dello Sprawl dove le loro capacità tornano immensamente utili alle varie gangs, e l'omino con la cresta poteva benissimo essere uno dei vari poveri sfidati che aveva arrestato un sacco di volte e consegnanti ala polizia in cambio di qualche spicciolo.

    Fantastico... Di tutti e quattro l'unico che all'apparenza era un minimo presentabile era proprio il vigilante... Ovviamente basandosi solo sulle prime impressioni di ognuno.
    In ogni caso, il boss aveva ragione, erano tutti troppo appariscenti, quindi, per quanto non gli piacesse di doversi separare dal gruppo
    , cosa che il suo istinto di militare gli faceva gridare all'imboscata, a malincuore si vide annuire alle parole del tizio in ombra e prendere la penna, una costosissima stilografica placcata in oro, per scrivere il proprio contrassegno sul foglietto.
    Al Marvash ognuno dei compagni dei suoi compagni aveva un nome in tre codici differenti: mech, mark e libero. Dato che era assai probabile che la malavita conoscesse ampiamente i suoi (armormech, mark 9 e Blutsauger), mettere anche solo mezzo sarebbe stata la mossa più scema che potesse fare per iniziare bene la missione; così scrisse solamente "Mk37": nessuno dei suoi aveva quel particolare contrassegno Mark, quindi anche se qualcuno poi si fosse messo a cercarlo fra i vigilanti del Marvash sarebbe rimasto a bocca asciutta.

    Prima che tutto finisca, però, fa due errori madornali, il boss: li paga con un centinaio di dollari a testa, soldi che sarebbero stati prontamente analizzati appena Elle fosse riuscito ad uscire vivo da quel casino, e rivela loro la propria faccia, che il vigilante provvede subito a stamparsi in testa.
    Anche lì, qualora fosse riuscito a tornare al Marvash, avrebbe subito fatto ricerche su quel tizio.
     
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  8. The Candyman
     
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    atroporo


    Odiava fare certi tipi di scelte: prendere prima il foglietto e assicurarsi un nome in codice fantastico prima che qualcuno potesse rubarle l'idea, oppure prendere la mazzetta di soldi prima che qualcuno si mettesse a fare il furbetto?
    Dovendo decidere velocemente, Atropo ipotizzò che
    FORSE
    era abbastanza improbabile che qualcuno le soffiasse il nome a cui aveva pensato
    FORSE,
    e quindi afferrò la mazzetta dei soldi e si limitò a fissare con estrema impazienza
    Dammi il foglietto! Cosa stai a pensare, maledetto? SCRIVI E DAMMELO ADESSO!
    il pezzetto di carta nelle mani di quella specie di incrocio fra un modello ed un energumeno che le faceva venire tanta voglia di cavargli via quei begli occhi dalle orbite.
    Così giovane e già si rasa a zero per nascondere la calvizie ahahahahaha! DAMMI IL FOGLIETTO

    Non appena il tizio sollevò la penna dal foglietto, Atropo lo strappò quasi immediatamente dalla presa dell'altro, assieme alla penna
    << Finito o non finito, ora tocca a me! >>
    Diede un breve sguardo al nome scritto sul foglietto e quasi non si mise a ridere nel leggere cosa c'era scritto. Provava quasi pietà per la poca fantasia che albergava nel cranio del ragazzo.
    ridottosi a mettere lettere e numeri a caso, povera bestia...
    Si rigirò un paio di volte la penna tra le mani, e solo in quel momento, dando anche, mentre scriveva, senza d'are troppo nell'occhio, un'attenta annusata di sicurezza, si accorse che era una penna d'oro!
    Doveva assolutamente trovare il modo di fregarsela e portarsela a casa.
    L'occasione del cazzone di farlo era ormai passata, ma restavano sempre la stupida apatica demone-dotata e l'imbecille con la cresta, ed era quindi troppo rischioso farla passare a loro e sperare che uno di loro non se la soffiasse prima di poggiarla sul tavolo. Doveva puntare tutto sul fatto che il datore del lavoro non se ne accorgesse.
    Chissà! Magari non torna nemmeno! sìsìsìsìsìsì
    Finse così di iniziare a scrivere sul foglietto.
    << Oh! Accidenti! Non funziona! Stupida penna! >> la scrollò più volte e la sbatté con molta attenzione e leggerezza sul tavolino, per poi fingere ancora di tentare di scrivere.
    << Eh! 'ste cacchio di penne antiche... Per fortuna ne porto sempre una con me, moderna, che diamine! >>
    Fece così sfilare la penna d'oro nella tasca dei pantaloni, e tirò fuori una penna in plasticaccia dalla tasca della giacca. Ne portava sempre una con sé, una volta aveva imparato che "la penna ferisce più della spada" era un motto che valeva anche letteralmente.

    Scrisse rapidamente il suo
    bellissimo bellissimo
    nome in codice sul foglio e lo lasciò insieme alla penna sul tavolino. Aveva scritto "Purple Anaconda". Le piacevano un sacco i serpenti, e ancora di più le piaceva uccidere chi pensava che questo suo gusto fosse una metafora per altro.
    << Visto? moderna e affidabile! Queste sì che sono penne! Io ho fatto, ve la lascio qui così potete scrivere i vostri nomi >>

    Solo in quel momento, guardandoli uno per uno, fece mente locale sul fatto che il cazzone, l'apatica rompiscatole e l'imbecille in evidente crisi di mezza età sarebbero dovuti essere i suoi compagni nella missione. Si lasciò sfuggire un grugnito.
    E si lasciò sfuggire anche un << Vaffanculo stronzo tossico del cazzo >> quando il mandante se ne andò avvolto dalla sua dannata aura di fumo di sigaro. Per tutto il tempo non era riuscita a penetrare quella coltre di puzza e ad afferrare il suo odore. Per quelle cose solitamente preferiva fare affidamento al suo naso, ma in quel caso si vide costretta a ricordarsi di lui per il suo
    faccia da culo
    viso

    spero non vi offendiate per gli epiteti ai vostri pg XD Purtroppo è nel personaggio e non posso fare altrimenti


    Edited by The Candyman - 25/1/2013, 10:24
     
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  9. Okami
     
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    sbym2
    Shana Okami

    Il tizio in ombra ... era rimasto immerso in un silenzio quasi religioso. Shana ci aveva messo ben poco che stava impiegando quel tempo per studiarli ... per studiare i propri "operai". Tutto quello che dovevano fare, in fondo, era di fare il loro sporco lavoro facendolo passare per un'innocua gita. Non dovevano destare sospetti ... non c'era da uccidere nessuno o da combattere (almeno questo si era capito) e Shana non aveva alcuna intenzione di attirarsi addosso rogne.
    Si sarebbe limitata a fare ciò che doveva. Poco importava che il lavoro in cui si era ficcata fosse illegale. Lei non ne sapeva nulla. Lavorava e basta ... nella sua mentalità, non c'era alcuna differenza tra bene e male. Erano solo due punti di vista, tutto qui.
    Ed era un bene che avrebbero "lavorato" ognuno per proprio conto. Shana non sopportava ben volentieri la presenza di estranei o di tipi che non le stavano simpatici. E nessuno stava mai simpatico a quella ragazza apatica e scostante, quindi ... tanto meglio così.
    Ma c'erano ancora alcune cose da chiarire. Il loro committente, infatti, non aveva finito di illustrare le indicazioni ... prima di tutto, avrebbero dovuto utilizzare un nome fasullo, e scriverlo su un foglietto che lui stesso mise loro di fronte. Scontato ... non si poteva mica pretendere di usare un nome vero, se si stava lavorando in un affare sporco e illegale. Nessun problema.
    Shana non aveva molta inventiva, ma un nome valeva l'altro. Non aveva nulla di particolare o di fantasioso, in mente. Un nome banale sarebbe andato più che bene, a patto che fosse sembrato realistico. Serviva solo per quel lavoro ... poi la ragazza dagli occhi e dai capelli rossi l'avrebbe gettato nel baratro dell'oblio.
    Attese che fosse giunto il suo turno, per poi avvicinarsi quietamente, e senza alcuna espressione sul volto, e scrivere un nome semplice me senza dubbio veritiero, Lizzie Anderson. Se ne sarebbe ricordata quanto bastava.
    Mentre scriveva, il loro datore di lavoro (strano titolo da affibbiare a quella specie di uomo nero) li avvisò che avrebbero dovuto inoltre viaggiare separati dal "pacchetto", perché erano tutti troppo appariscenti. Anche quello non era un problema ... Shana era abituata a muoversi da sola, in città ... avrebbe seguito qualche stradina dello Sprawl, giusto per stare sicura. E Mephistopheles l'avrebbe guidata nei limiti delle proprie capacità demoniache, affinché non si imbattesse in strani ed inquietanti individui.
    Avrebbero, comunque, dovuto ritrovarsi tutti nel medesimo posto. Una locanda, il cui indirizzo era stato scritto su un biglietto di carta. Anche quello non era un problema. Lavoro illegale o meno, l'importante era che fosse ... ben pagato.
    Questo pensò Shana, prendendo la sua parte di soldi, ossia una mazzetta, in tutto 100$, impregnati dell'odore di fumo di sigari, che ora la ragazzina avvertiva chiaramente, con una punta di disgusto che non manifestò affatto. Ma il fumo ... quell'odoraccio insopportabile, proprio non le piaceva.
    Non commentò quando l'uomo, nell'uscire, mostrò per un attimo il suo volto, ripetendo implicitamente che ormai "erano tutti nella fanghiglia fino al collo" e che in quella fanghiglia erano andati a ficcarsi tutti da soli. Bah, insensataggini ...
    Shana non aveva parlato proprio, neppure allora. Si poteva quasi pensare che fosse muta. Semplicemente, fatto quanto doveva, si limitò ad uscire, qualche istante dopo la mutante Atropo.
    Attese un attimo sulla soglia, respirò l'aria di certo molto più fresca dell'esterno, poi prese una stradina, e scomparve svoltando in un angolino. Chissà dov'era andata a finire. In realtà si era semplicemente immersa nel cunicolo di vie e viuzze che l'avrebbero portata tranquillamente alla locanda. Questa era abbastanza lontana, ma Shana non dubitava affatto che sarebbe riuscita a raggiungerla. Doveva solo riuscire ad attraversare qualche zona cittadina senza dare troppo nell'occhio ...
     
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  10. Bastirdo
     
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    DRX29


    Maledizione! Avrebbe dovuto aspettare ancora un po' per entrare in contatto con il soggetto da proteggere, Grigorij avrebbe voluto parlargli al più presto. Ma neanche troppo tempo, in fondo si trattava solo di raggiungere il BBG.

    Non fece neanche caso al 'troppo appariscenti', andava in giro con una cresta, dei baffi a manubrio e in lunghi giacconi di pelle, era consapevole di essere riconoscibile da un miglio e quindi simili epiteti non gli davano fastidio. Conciarsi in quel modo era una maniera per distaccarsi il più possibile da quelle innumerevoli moltitudini di scienziati senza spina dorsale (più metaforicamente che fisicamente) che non avevano il coraggio di attraversare una banalissima linea rossa che esisteva solo nelle loro menti. Nella mente di Grigorij, invece, non c'era spazio per linee rosse neanche volendo, non riusciva proprio a cairle, o concepirle.

    Fece invece molto caso alle mazzette di soldi. Prese la sua con piacere se la godette tra le mani con lentezza, un godurioso frusciare, mentre la penna e il foglietto passavano di mano. E nel frattempo non perse d'occhio la figura in ombra, incuriosito da quello che aveva appena fatto.
    Si infilò la mazzetta in una delle tasche del giaccone quando arrivò il suo turno di scrivere.
    << Niente di più facile >> mormorò con un ghigno, mentre si apprestava a scribacchiare sul foglietto "Dr. X", per poi riconsegnare foglietto e penna sul tavolino da dove erano state prese inizialmente (penna che, come aveva ritenuto si da subito possibile all'interno di una simile "fauna", aveva compiuto una trasmutazione da oro a plastica).
    << Ecco qui, signore >> disse, con la sua solita voce profonda e leggermente rauca, prima di allontanarsi dal tavolo.

    E, prima di andarsene, l'uomo misterioso mostrò la sua faccia, e di nuovo Grogorij rimase incuriosito.
    La situazione si era rivelata molto strana: un individuo che difficilmente non aveva contatti, se non strettissimi rapporti, con la malavita, assolda non solo gente con un metodo definibile "a cazzo di cane", ma poi la paga anche anticipatamente e, ciliegina sulla torta, mostra infine il suo viso a tutti.
    Affascinante.
    Grigorij si grattò il mento. O forse il figuro aveva semplicemente l'acqua alla gola.
     
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  11. CiccioBaslardo
     
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    Rimettendosi in tasca la penna, prima di andare via con tutta la banda, il ceffo fà un sorriso divertito e non degna nessuno del suo sguardo.
    Ora siete soli nella stanzetta, con il foglietto dei nomi a portata d'occhio. L'uomo gli ha dato una letta per poi lasciarlo sul tavolo.
    Litzy (almeno, con questo nome si era presentata la ragazza con i capelli scarlatti) usci subito dopo il mandante del lavoro.
    Adesso, deciderete voi come intraprendere il viaggio verso la locanda. In gruppo, a coppie o separati, l'importante è che arriviate il prima possibile e senza dare troppo nell'occhio. Di solito le forze dell'ordine sanno di questi incontri... e l'uomo sembrava proprio avere fretta.
    La porta dello scantinato da su un corto corridoio con solo una scala a gradini corti come uscita. All'esterno è notte e non girano troppe persone come succede di giorno.
    Bisognerà stare attenti a come ci si muove.

    CITAZIONE
    Come detto sopra: non aspettate una mia risposta.
    Scrivete nel solito ordine e fate in modo di arrivare alla locanda in 2 post per uno (non necessariamente tutti insieme, per amor del giocare di ruolo).
    Attenti ai post a sorpresa!
     
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  12. Varro
     
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    Non ci volle molto per Lysander ad inventarsi un percorso verso il punto di raduno. Non gli era nuovo, il nome della locanda, ma non vi era mai stato dentro, solo passato davanti nei giri di ronda che gli davano al Marvash, e, se non errava troppo, in quel momento di pattuglia in quella zona dovevano esserci un paio di colleghi che conosceva abbastanza bene: gli unici che come lui tendevano a scegliersi i turni di notte perché più calmi.
    Così salutò tutti con un rapido cenno della mano, più a dire "a mai più rivederci" che altro, e, una volta recuperati i propri ferri, uscì finalmente da quel posto talmente sospetto da mettergli i brividi.

    Fuori era completa notte, non si vedeva niente al di fuori dei vapori della strada, alcune luci sporadiche e giusto qualche barbone ubriaco che cantava a squarciagola rompendo la calma e la quiete del sonno altrui. Cose che a Elle non erano mai importate, mai quanto fare il proprio lavoro e farlo bene, per il semplice fatto che non gli erano di alcun aiuto, quindi decise che la cosa migliore per arrivare in fondo a quella faccenda e poter mettere una buona parola di piombo sul mandante era non farsi ammazzare prima ancora di cominciare.
    Col passo sicuro ed un po' annoiato di chi compie un gesto abitudinario per la centesima volta e sa che il copione non gli riserva sorprese, l'ex soldato puntò verso la direzione richiesta. Doveva passare per un vigilante di turno... e la cosa non era poi tanto diversa dalla realtà, si disse mentre, dietro la maschera tranquilla, i suoi sensi scorrevano ogni singola struttura intorno a lui in cerca di segnali sospetti.
    Chiedo venia per il ritardo >_<
     
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  13. The Candyman
     
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    atroporo
    Il suo primo pensiero quando aveva varcato la soglia di quel posto fu di tornare a casa per cambiarsi, non aveva neppure indosso la bodysuit, e non era escluso che sarebbe servita in quella faccenda. No... In verità la prima cosa a cui pensò fu che finalmente si era liberata da quel maledetto fetore di sigaro. Respirò a pieni polmoni l'aria "pulita" fuori dallo stanzino, poi si diresse verso il suo appartamento, assicurandosi di tanto in tanto, puntando il naso al cielo, che nessuno la stesse seguendo.
    Cavolo, da quanti mesi era arrivata a Toronto? I pochi scatoloni che si era portata dietro erano ancora lì, si era solamente limitata a tirare fuori le cose più importanti. Prima o poi
    poi
    avrebbe messo tutto a posto e reso magnifica la sua nuova casetta, avrebbe postato le foto sul wired e avrebbe ricevuto migliaia di apprezzamenti invidiosi.
    Ma per il momento scavalcò il tutto e andò in camera a cambiarsi.
    Non ci mise più di due minuti, ma il procedimento venne allungato quando passò davanti allo specchio e decise di squadrarsi meglio. Stette almeno dieci minuti a riflettere sulla possibilità che fosse ingrassata e sulla possibilità che, se così fosse stato, ciò la rendesse più o meno bella.
    Lasciò perdere il tutto concludendo che il bodysuit era attillato e che se fosse ingrassata l'avrebbe notato indossandolo. Arrivava sempre a questa conclusione più o meno ogni giorno, e, a volte, arrivava persino a domandarsi se fosse sempre necessario sprecare tutto quel tempo allo specchio se la fine era sempre la stessa, ma era pur sempre una donna, e anche da una come lei certi pensieri venivano rigettati in pochi istanti.
    Sopra il bodysuit indossò un paio di jens neri attillati e una felpa, anch'essa nera, con cappuccio. Scavalcò di nuovo gli stessi scatoloni mentre lo stesso flusso di pensieri di prima le attraversava il cervello e si lasciò l'appartamento alle spalle.

    Quando anche il portone si chiuse dietro di lei, si portò le code rosse sul petto e si tirò su il cappuccio, per poi avviarsi verso lo sprawl e il BBG Inn. Non sapeva dove si trovava, ma sperava di trovare qualcuno che le lo dicesse
    volente o nolente
    durante il tragitto
     
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  14. Okami
     
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    sbym2
    Shana Okami

    Uscita da quello stanzino polveroso, Shana si era subito immersa in quel labirinto di vie e viuzze che costituivano lo Srpawl. Camminava senza fretta, confondendosi fra le ombre ... d'altronde non c'era davvero nessuna fretta, non la inseguiva nessuno.
    Le stradine erano deserte e puzzavano, come al solito, di carta bagnata e di muffa. I muri delle abitazioni -la maggior parte delle quali abbandonate o abitate da certa gente che non metteva il naso fuori per nessuna ragione al mondo- erano verdastri, e i la strada era spaccata in più punti, e affollata della più curiosa serie di oggetti e rifiuti che si potesse immaginare: cartacce, lattine, matite di dimensioni minuscole, carte di dolciumi e patatine, ogni tanto anche qualche scarpa.
    Shana scavalcava tutto con l'agilità tipica di chi conosce bene quella zona. D'altra parte, chi mai si recherebbe nello Sprawl senza conoscerlo almeno un pochino? In quel posto rischiavi di perderti o, peggio ancora, di esser fatto secco da qualche psicopatico. Fortunatamente, Shana non era dissennata, e in più il suo fiuto (e quello di Mephistopheles) la avvisava di eventuali individui in avvicinamento.
    La locanda che doveva raggiungere non era molto lontana, ma Shana non era incline a perdere tempo. Svoltò in una stradina a destra, scavalcò una piccola recinzione arrugginita e prese una scorciatoia.
    Dopo un po' di tempo, un cane che aveva incontrato sul suo cammino aveva preso a seguirla, speranzoso forse di ricevere qualcosa da mangiare. La ragazzina, nel timore che si mettesse ad abbaiare come un forsennato -cosa improbabile, visto l'espressione mansueta e rassegnata del canide- gli aveva lasciato qualche crackers che si era ritrovata in tasca (avanzo della sua colazione) e aveva proseguito in fretta.
    Nello Sprawl non erano rari neppure gli animali abbandonati. Anzi, si poteva dire che c'erano più randagi che persone, in quel postaccio. Alcuni di quei randagi, poi, erano anch'essi dei mutati. Un'altra ragione in più per abbandonarli, nella mentalità di quegli esseri umani perfettamente "normali" che con gente come lei non volevano averci nulla a che fare.
    Mephistopheles non era più sopito, e ogni tanto a Shana sembrava che qualche ombra si muovesse, segno che il demone era all'erta. Sembrava quasi essere incline a parlare un po' con lei, ma Shana non lo credeva davvero: Mephistopheles non parlava quasi mai, se non per avvisarla di qualcosa.
    La mutante aguzzò le orecchie, rallentando leggermente l'andatura per verificare che tutto fosse tranquillo. Non volava una mosca, e lei non percepiva alcun odore. Mhn ...
     
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  15. Bastirdo
     
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    Grigorij conosceva il BBG Inn, ci era passato accanto le poche volte che era andato a lavorare nel localaccio dove aveva trovato il biglietto da visita che lo aveva condotto fino a dove era adesso. Non voleva perdere tempo, prima arrivava, più probabilità aveva di strappare qualche parola allo scienziato senza senza che ci fossero troppi occhi indiscreti ad osservarli, anche se sarebbe stato molto difficile con la presenza del mandante e delle sue guardie del corpo.
    Non conosceva molto bene tutti i vicoli della città, ma sapeva esattamente dove andare, per lo meno in linea d'aria, quindi si diresse a rapide falcate verso la meta, cercando di infilarsi solo nei vicoli e nelle strade che sembravano più diretti, senza curarsi troppo del loro aspetto. In fondo solo un vero e proprio decerebrato avrebbe tentato qualcosa contro un tizio, frettoloso, alto quasi 1 metro e 90 (capelli esclusi) con un lungo giaccone nero, dei baffi da motociclista d'altri tempi, una lunga cresta e, soprattutto, con poco meno di 10 kg di involucro a forma di mitragliatrice a tracolla dietro la schiena (per fortuna leggendo il volantino aveva ipotizzato ci fosse qualcosa sotto e se la era portata, col suo passato da studente appassionato ormai certi carichi non turbavano la sua colonna verterbale più di tanto e così facendo si era risparmiato la perdita di tempo di andarla a prendere).
    Ma aveva fatto male i calcoli. Sì, nessun criminale dei bassifondi lo importunò, ma almeno cinque mendicanti lo assillarono sulla loro condizione e sui diciassette figli che dovevano mantenere, prima di venire buttati a terra e poi calpestati senza troppe pretese. Per due volte, inoltre, perse tempo per aver imboccato un vicolo cieco. Si tenne pronto, in quei casi, a mettere mano al mitra, ma non ce ne fu bisogno, anche se dovette di nuovo sbarazzarsi del barbone numero 3, che, nel frattempo, si era rialzato.
    Tutto sommato non aveva perso troppo tempo, ora mancava meno di metà strada, fra non molto sarebbe arrivato.
     
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14 replies since 22/12/2012, 01:33   241 views
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