Volare.

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  1. TalesDreamer
     
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    Dunque, c'era una Yvonne volante.
    Per la precisione, era stata appena lanciata oltre la porta del locale da un buttafuori che l'aveva afferrata per la cintola e per la collottola, fatta ondeggiare un paio di volte, e infine gettata via stile sacco di patate.
    «E NON FARTI MAI PIU' RIVEDERE!»
    Il perché della situazione era tutto riassumibile nel termine "ingiustizia".
    Lei non aveva scatenato nessuna rissa. Aveva cercato di fare del bene, semmai, e...Insomma, era complicato, né era il caso di pensarci ora. Il problema più immediato era il fatto che tra un secondo sarebbe finita col muso contro l'asfalto, si sarebbe rotta di nuovo il naso e anche sporcata i pantaloni. Che erano nuovi, e pure bianchi.
    Preparò istintivamente il corpo alla caduta, piegando il capo e proteggendolo con le mani.
    Impatto tra
    tre
    due
    uno...

    Thump.
    Morbido, come impatto. Troppo morbido. E non era normale che l'asfalto gemesse.
    Ah, ecco perché! Aveva investito un povero passante. Scosse il capo e cercò di capire da quale parte fosse la testa del tizio su cui era appena atterrata, così da potersi voltare verso di lui e dirgli «Scusa. Non l'ho fatto apposta.» Almeno, gli sembrava fosse un tizio, non sentiva tette sotto di lei.
    Alle sue spalle, il rumore di una porta che sbatte.
    La porta dell'ennesimo locale che non si sarebbe più aperto per lei.
    Antipatici.
     
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  2. Varro
     
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    Le botte non si sprecano mai.
    Sacrosante parole, diceva lui. Il suo sergente istruttore, un tizio di origine francese, una gran testa di cavolo ma che ogni tanto qualcosa di giusto lo diceva, era l'artefice di quella perla di saggezza.
    Per un semplice motivo: le botte non sono mortali, non sono mai a sufficienza per uccidere, dato che botte date dopo che un bersaglio è morto sono inutili e questo è impossibile, per conseguenza logica le botte non si sprecano mai.

    Diciamocelo, stronzate, ma vabe', nella gloriosa armata canadese ognuno si teneva sano di mente come poteva. Soprattutto dopo quello che stava succedendo in quel periodo, in cui in sostanza la tenacia mentale di ogni soldato era messa a dura prova da quello che pareva essere frutto dei loro peggiori incubi.
    Però, incubi o meno, in quel momento Lysander aveva altro cui pensare.

    Nella fattispecie, un bolide umano gli era piovuto addosso dal locale alla sua sinistra e, non contento, non solo si era approfittato del suo essere senza ombrello, ma lo aveva anche stampato sull'asfalto. Non che fosse un grande dolore, eh, aveva subito di peggio nella vita, ma era una questione di principio. Una delle poche questioni di principio per cui il caro ex soldato se la prendesse.
    E Lysander arrabbiato non era una bella visione. Soprattutto quando gli giravano le palle durante il suo unico giorno di festa, il martedì, dal suo lavoro di vigilante.

    Il proiettile organico si spostò dal groviglio che i due corpi erano diventati scusandosi a mezza voce, non molto convinta dovette ammettere Elle, per scoprire che la detta palla di cannone era una ragazza. Prima la voce, inconfondibilmente femminile.
    Poi, quando riuscì a rialzarsi perché quella aveva tolto il suo regale peso da lui, scrocchiate le vertebre finendo quasi a piegarsi a 90° gradi all'indietro, si concesse di darle una rapida occhiata.
    Occhio del medico, si capisce. Anche perché la prima cosa che lui cercava in una persona erano indizi sul suo grado di pericolosità e tracce di debolezza da sfruttare in un ipotetico scontro. Deformazione professionale?
    Molto probabilmente sì.

    Non era male, muscolosa, chiaramente asciutta, di quelle che hanno imparato a tenere una guardia decente prima ancora che a truccarsi... o forse non hanno mai imparato a truccarsi. Ne aveva conosciute alcune sotto le armi, tipe strane, che in genere univano il peggio della psicologia machista, la serie "Io ho più muscoli" riassumibile in "Io ce l'ho più lungo", alla bastarda costanza delle donne quando si prefiggono un obiettivo.
    Il peggio insomma.

    Giornata di festa--> allegramente andata a farsi benedire a suon di Parabellum 7.65", in disuso oramai da decenni, ma insomma la sostanza era quella. Che si doveva sorbire una di quelle fissate anche ora che nell'esercito non c'era più? Molto probabilmente sì, però almeno quella che lo aveva travolto era molto più carina delle sue compagne di plotone; aveva, come dire... "qualcosa in più". Termine orribile, ma rende l'idea.

    Lanciò uno sguardo all'insegna del locale. Il Vola. Posto orribile, lui lo evitava come la peste: clienti snob o feccia, musica pessima, drink che parevano sciacquatura di piatti e buttafuori frustrati. Che gente...

    Figurati... la prossima volta cerca di essere più furba; o quantomeno più veloce: la differenza di stazza fra te e loro dovrebbe aiutarti. E se mi ripiombi addosso, puta caso mentre sono in servizio, non sono responsabile delle mie azioni come oggi.
     
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  3. TalesDreamer
     
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    Era felice che il tizio avesse gentilmente attutito la sua caduta. Un po'meno felice che si permettesse di dare consigli sul combattimento a lei, e senza avere idea del come e perché avesse perso.
    Velocità o meno, quando sei in cinque contro uno perché i tuoi compagno conigli ti hanno mollata lì puoi fare poco per vincere. Certo, avrebbe potuto giocare sporco ed evocare Nala, ma non ci teneva a finire sulla cronaca locale. "Demone appare nel Vola Nightclub, panico nel locale." No.
    Rispose ai consigli del tizio con un «Umpf.», mentre si tirava in piedi. Stato dei pantaloni? Provò a spolverarli con la mano, ma c'erano un paio di macchie scure che proprio non volevano andar via. Ciboire de crisse.
    Rialzò il capo, approfittandone per squadrare dal basso all'alto il suo materasso improvvisato. Portamento fiero, corpo muscoloso, capelli rasati: una figura che gridava militare. O un poliziotto, forse? Era una fortuna che non fosse in servizio, o avrebbe fatto domande scomode tipo "Quanto legale era quello che hai fatto per farti lanciare fuori così?"
    «Mi spiace di averti investito comunque.» Si passò le mani tra i capelli, cercando almeno di toglierseli dalla faccia. Che disastro.
    «Sai consigliarmi un locale gestito da gente più gentile di questa?» indicò con un cenno la porta del Vola alle sue spalle «In cambio ti offro da bere.»
    Sempre che il suo portafogli sia ancora nella tasca dei pantaloni.
    Perché gli aveva offerto da bere? Perché i militari sono secsi.
     
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  4. Varro
     
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    Le dispiaceva di avere investito Lysander.
    Meno male, anche se era praticamente certo che fosse una contrizione di comodo, diciamo di facciata. Ma meglio quello di niente, no? Forse no, ma il discorso era diverso.

    Che poi avesse licenziato quei poveri consigli con tanta nonchalance, vabe', poteva capirlo: era uno sconosciuto, lì per caso, ma Lysander, per canto proprio non rifiutava mai un avviso, non importava quale fosse la sua provenienza. Anni nell'esercito, anni in cui aveva imparato da solo a vivere, gli avevano insegnato che è bene restare uniti. E ciò significava anche accettare i consigli.

    Poi, ovviamente, la vita nello Sprawl non era proprio la naja. Per certi versi era peggio, per altri meglio. Ma a quel punto non aveva tempo né voglia di mettersi a disquisire filosoficamente: era il suo giorno libero, insomma!
    E lei lo osservava, o meglio, lo squadrava da cima a fondo; non che fosse male essere guardati da una ragazza carina... semplicemente al buon Elle, abituato a diffidare praticamente di tutto, quelle attenzioni parevano i preliminari di uno scontro. E quel giorno non voleva combattere, per nessun motivo. C'era già troppo sangue nella sua vita.

    Tranquilla, niente di terrificante... nell'esercito ti fanno passare di peggio, e meno male che non ti è capitato un ex Forze Speciali, quella è gente... folle, direi.

    Locale simpatico, eh?


    C'era il Marvash. L'unico ed inimitabile Marvash, il posto di raduno di tutti i vigilantes di quel quartiere, gestito da Ralph "Lefty" LeBlanc, un vecchio agente di polizia in pensione che si era dedicato al comporre un posto in cui i suoi colleghi non convenzionali potessero trovare ristoro e un punto in cui riunirsi.
    E c'era di tutto: poligono di tiro sul retro, ring vicino al palco, su cui si esibivano band di praticamente ogni sorta di metal; niente tecno o cavolate simili, solo 'ard 'n' 'eavy!

    Nell'interno, circa un dieci minuti da qui, c'è il mio punto di riferimento per le giornate down. Una sorta di circolo per vigilantes.
    Tranquilla, c'è alcohol e botte a volontà, basta andare nei giorni giusti. Se cerchi anche del buon metal, ti ci porto volentieri.
     
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  5. TalesDreamer
     
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    Esercito? Ci aveva azzeccato, allora.
    Chissà se aveva storie interessanti da raccontare. Storie di guerra. Gli osservò il volto, ma nella penombra era difficile capire se avesse cicatrici.
    «In realtà eviterei di fare ancora a botte per stasera.» disse, scrocchiandosi le dita «ma alcool e metal mi vanno bene.»
    Massì, andiamo in un locale pieno di gentaccia insieme ad uno sconosciuto appena incontrato. Suo padre l'avrebbe uccisa, se l'avesse saputo, ed era questa la parte divertente del tutto.
    Fece qualche passettino in avanti (il ginocchio destro doleva un po'), per poi voltarsi verso il tizio.
    «Andiamo?
    Mi chiamo Yvonne, comunque. Tu?
    »


    CITAZIONE
    Perdona il post striminzitissimo, ma non è periodo ;_; almeno la scena va avanti e vedo se riesco a sbloccarmi un poco.

     
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  6. Varro
     
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    CITAZIONE
    Tranquilla ^_^ capitano a tutti le periodate "no". Quando non sono "kabuki" ;)

    Yvonne, bel nome, francese a logica. I nomi francesi non sempre erano piaciuti a Elle, ma ce n'erano alcuni che trovava molto divertenti, quindi insomma il suo rapporto con loro non era poi così male.

    Lysander, piacere di conoscerti.

    Le diede una seconda occhiata, ora maggiormente interessato alla sua nuova compagna di "viaggio". Zoppicava appena, forse un effetto collaterale della rissa o del volo, ma molto probabilmente non era grave, quindi potevano continuare verso il Marvash senza troppi problemi.
    Ma una volta là le avrebbe fatto dare un'occhiata preventiva. Vecchia abitudine dell'esercito, tic nervoso più propriamente: tutti devono essere al top della forma, o quantomeno bisogna conoscere le condizioni di ognuno, altrimenti al primo scontro qualcuno prima e tutti poi si crepa.

    § §



    Interno dello Sprawl, strada talmente piccola da non avere un nome, Fratellanza Vigilanti Locali, altresì conosciuto come "Marvash".
    L'esterno del locale era praticamente anonimo: facciata squadrata di cemento scuro su cui si affacciava solo una porta, nessuna finestra, sulla cui architrave campeggiavano due ak-47 incrociati. Pacchiano, oltremodo pacchiano, diceva sempre Lysander a Lefty, ma quello era duro di mente, non voleva farli togliere.
    Fumi di ignota composizione che fuoriuscivano dal pavimento a parte, il posto era praticamente anonimo se non fosse stato per le armi alla porta e un paio di giganti equipaggiati con quella che pareva un'armatura fatta di materiali riciclati e un fucile d'assalto di dotazione militare che facevano la guardia davanti.

    Appena Elle, con Yvonne al seguito, fu avvistato dai due "buttafuori", subito quelli gli puntarono contro le armi mentre uno lo affiancava istantaneamente e teneva sotto tiro la ragazza.

    In alto le mani!

    Jarvis, sono io, Elle.

    Lo so chi sei tu, è a lei che dico, scemo. Conosci la procedura, no?

    Lysander lanciò un'occhiata di fuoco all'altro gonzo che teneva d'occhio la giovane. Procedura del cazzo, ecco come stavano le cose! Quando qualcuno arrivava al locale doveva essere bloccato, perquisito e, solo dopo che era stato dichiarato idoneo, ammesso all'interno del Marvash. E fin lì niente di strano, no?
    No, perché quella procedura si guadagnava l'appellativo di "del cazzo" perché veniva applicata con lo stesso rigore anche a chi era già cliente riconosciuto del posto, vigilanti inclusi. Il sospetto era quello che qualcuno si facesse corrompere dalle gang e potesse entrare all'interno, scoprire l'entità di forze dei pacificatori e avvertire i propri nuovi padroni.

    Tirò un sospiro rassegnato: gli toccava.

    Per quello che può contare, lei è con me.

    La cosa non durò molto, Jarvis e l'altro impiegarono appena un paio di minuti per scannerizzare i due giovani con un detector portatile che li illuminò di luce rossa mentre sul piccolo schermo comparivano i dati di tutto ciò che di elettrico o metallico che avevano addosso. Il più grosso dei due li lasciò entrare con un cenno stizzito della mano.

    Appena fu fuori dalla loro portata d'orecchio, Lysander si voltò verso Yvonne con aria di scusa.

    <scusami, ma era strettamente necessario... anzi, ci è anche andata bene.

    Davanti a loro c'era una porta chiusa, sotto la quale filtrava luce multicolore e si poteva sentire Enter Sandman.

    Edited by Varro - 31/12/2012, 18:12
     
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  7. TalesDreamer
     
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    Iniziava a preoccuparsi un po'.
    Quel Lysander la stava portando nella parte meno raccomandabile dello Sprawl. Strade buie e poco frequentate, che nemmeno lei conosceva del tutto.
    Voleva approfittarsi di lei?
    Era grande e grosso. Non era certa che sarebbe riuscita a fermarlo in caso di un'aggressione, ma aveva pur sempre un Demone dalla sua parte.
    Strade piccole e dai lampioni sgangherati. Edifici squadrati, poche finestre, poche persone in giro.
    Gli arti erano rigidi e lo sguardo attento. Al primo movimento sospetto, sarebbe fuggita via.
    Una porta con due fucili sopra; più simile al ritrovo di una setta militareggiante che ad un locale. I due buttafuori lì davanti erano ben peggiori di quello che l'aveva cacciata dal Vola, e dall'equipaggiamento parevano pronti a prendere parte ad una squadra anti-sommossa.
    Istintivamente si appiccicò contro Lysander, persona meno losca tra quelle lì presenti.
    Perquisizione? Era uno scusa per palpeggiarla? Una cosa di gruppo? Stava già per richiamare Nala in quel piano d'esistenza, quando i due brutti ceffi tirarono fuori due semplici scan ottici.
    Un sospiro di sollievo. Lucine rosse sulla sua felpa.
    Due minuti dopo erano nel locale.

    "scusami, ma era strettamente necessario... anzi, ci è anche andata bene."
    «Aha.» si limitò ad annuire, agitò una mano come a dire "non importa". Camminava appiccicata contro il fianco di lui, si guardava intorno in maniera un po'tesa.
    In che razza di posto era finita?

    Papà le aveva sempre detto di non fidarsi degli sconosciuti...
     
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  8. Varro
     
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    Uff, il peggio era passato.
    A quel punto, passata la seconda porta, erano nel locale vero e proprio. Appena l'anta metallica si chiuse alle loro spalle, quello che si affacciava davanti ai due era letteralmente un altro mondo: circa cinquanta metri davanti a loro c'era un palco alto un buon metro e mezzo con una band che suonava dal vivo, letteralmente inondato di luci azzurro-bianche e verdognole, circondato da tavoli non molto grandi; ci stavano circa due, forse tre, persone.
    In penombra alla destra dei nuovi arrivati, un venti metri più in là, c'era il mastodontico bancone dietro cui campeggiava la non meno importante figura di Lefty che serviva da bere e comandava le operazione di servizio del cibo.

    Lì per lì, niente di nuovo, apparentemente: ad un osservatore poco esperto il Marvash sarebbe sembrato un locale come gli altri, finché non avrebbe guardato al clientela, ovviamente: ognuno, pochissimi esclusi, aveva sulle braccia cospicui tatuaggi di appartenenza ad un gruppo di vigilanti più o meno conosciuto, lampanti erano un paio di appartenenti ad Enforcers fuori servizio, e, soprattutto, su ogni tavolo c'era almeno un'arma.
    Coltelli, pistole, mitragliette leggere, Lysander era sicuro di avere visto almeno un tomahawk; il solito, per lui che ci era abituato.

    Il bello, però, era che nessuno di quei potenziali assassini avrebbe attaccato i due nuovi arrivati, dato che Elle era del giro e che conosceva Lefty particolarmente bene. In più, aspettava una consegna lì. Perché quel posto era anche un luogo "di lavoro".
    Fece segno ad Yvonne, stranamente incollata a lui, di seguirlo mentre puntava verso il bancone e le domandava

    Hai fame, sete, serve una mentina?
     
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  9. TalesDreamer
     
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    Quel posto non era poi così male. La procedura di ingresso era stata un po'inquietante, okay, ma la musica era buona e i clienti... La inquietavano anche quelli, in realtà.
    Tutte quelle armi in giro.
    Sapeva di non doversi preoccupare, di essere insieme ai "buoni". In altre condizioni si sarebbe anche esaltata di essere in mezzo a tutta quella Giustizia, quelle persone dai nobili ideali e dalle braccia di ferro. Quella professione che un tempo aveva sognato anche lei.
    Posso essere un Enforcer da grande?
    "E a chi dovrei dare la mia palestra, poi? È della famiglia da generazioni!" aveva detto papà.
    "È un lavoro così pericoloso!" aveva detto mamma.
    E poi occorreva un cervello oltre ai pugni, per entrare nel corpo degli Enforcers, e lei non era mai stata molto brava a scuola. E la vita di un paladino della legge non è certo come la sognava lei, con le sparatorie e gli inseguimenti come si vedono nei film.
    Insomma, lasciamo stare. Forse era meglio così.

    Non era il tipo di locale in cui portare una ragazza, comunque.
    Forse perché Lysander non la considerava tale. In fondo gli era caduta addosso parlando di risse, che non è esattamente una maniera femminile di presentarsi.
    Quindi non ci avrebbe provato con lei.
    Stava cercando di capire se la cosa le dispiacesse o meno.
    «Prendo qualcosa da bere. Tu vuoi qualcosa? Ovviamente offro io.» disse, avviandosi verso il bancone a passo sicuro. Staccandosi dal suo fianco, perché ora non c'era più bisogno di fare la ragazzina impaurita.
    «E parlami di te, vuoi? Sei un militare quindi?»
    Così, tanto per fare conversazione. Riportare a casa la mattina qualcosa più interessante di qualche livido.
     
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  10. Varro
     
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    Solo un Bloody Shot alla spina, piccolo, grazie mille.

    Da una parte non voleva far spendere troppo Yvonne, infatti il Bloody Shot era una delle bevande più economiche che si mescessero al Marvash... oltre che una delle migliori, a suo dire, dall'altra non era che avesse poi quella voglia di bere. Stava aspettando che una collega gli rendesse il fucile d'assalto che le aveva affidato per un contest di tiro al piattello... una delle motivazioni più bislacche per cui si presta un'arma, lo sapeva, ma da quel contest dipendeva una cospicua somma di denaro che avrebbe potuto fruttare non solo a lei ma all'intero locale, ad altri colleghi, quindi.

    Lanciò appena un'occhiata a Lefty, una di quelle che stanno a dire "Non fare domande se non vuoi passare i prossimi due anni a ridere come un imbecille", per poi pensare ad una risposta decente alla domanda della giovane.
    Se era un militare? Un quesito che in pochi avevano posto così a cuor leggero, perché praticamente tutti i suoi conoscenti sapevano del suo passato, dell'abbandono da parte delle istituzioni in quello che era stato il momento di maggiore bisogno; perché Lysander associava a quel periodo tutti i propri fallimenti e sventure: aveva perso il proprio lavoro, i propri compagni, era stato mutilato nell'orgoglio.
    Aveva perso la fede in ciò che aveva giurato di proteggere, perché proprio quello si era rivoltato contro di lui.

    Ma tutto questo non aveva intenzione di dirlo, non voleva ricordare i brutti momenti né voleva passare per un povero nostalgico, avrebbe semplicemente risposto alla domanda di Yvonne come lei si sarebbe aspettata. Nè più, né meno, ma non riuscì a trattenersi dal portare istintivamente la mano libera al collo, dove teneva le proprie piastrine. Quelle dei suoi compagni caduti le portava tatuate sul braccio, sotto la maglietta.

    Caporale Trajan, 4° genieri, battaglione Mohawk, 90° compagnia meccanizzata.
    Sono stato un militare; ora lavoro nello Sprawl per un piccolo condominio, diciamo, indifeso.
     
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  11. TalesDreamer
     
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    «Per me del whiskey.»
    Per la serie "giuro che stasera non bevo altro di pesante, nooo".
    Si accomodò al bancone, cercando un angolino che le sembrasse relativamente privo di persone losche. Gomiti sul banco, sguardo che vagava dal fissare Lysander all'osservazione delle bottiglie di ogni forma e colore esposte alle spalle del barista.
    Un tintinnio metallico. Piastrine militari al collo del tizio. Chissà che c'era scritto.
    «Oh, e com'era la naja? A volte ho pensato anch'io di arruolarmi, anche se dubito che mio padre ne sarebbe felice. Figlia unica che deve stare lontana da ogni pericolo e soprattutto dal genere maschile, sai com'è.» agitò una mano con aria annoiata.
    No, probabilmente non sapeva come fosse. I maschi solitamente hanno meno restrizioni sull'uscire di casa, sulle compagnie da frequentare e le attività da praticare. Il contatto con il sesso opposto è un obiettivo, e non qualcosa da temere.
    A volte avrebbe voluto essere un maschio. Tanti problemi in meno.
    «Mio padre mi ha insegnato a picchiare come un uomo, eppure per lui sono un teeenero fiorellino che deve rimanere a casa perché il mondo fuori è bruuuuutto e caaaaattivo.» roteò gli occhi, la bocca spalancata in una smorfia. Il tono di voce esagerato, lagnoso «È davvero così pericoloso per me l'esercito? A me non sembra così male.»
     
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  12. Varro
     
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    Hanno ragione a dire che l'esercito forma il carattere... e hanno anche ragione a dire che la conoscenza fa male.
    La "naja" è stata credo la decisione migliore e peggiore della mia vita fino ad ora: da una parte, certo, ti costruisci il fisico, ti fai le ossa su come funzioni la vita e magari se hai fortuna stringi anche alcuni legami. Dall'altra impari che l'esercito, come gli autobus e i treni, è un luogo di osservazione antropologica ignobilmente attendibile.


    Si sedette accanto a Yvonne, lo sguardo che pareva perso nel bicchierino pieno di alcolico rosso sangue, da cui il nome, ma in realtà era intrappolato nei ricordi. Nelle pieghe del liquido rivedeva molti dei propri compagni di squadra, tutti uccisi dal capitano durante il suo momento di furia demoniaca, rivedeva le ore passate a smontare e rimontare carri e camion, le rare volte che avevano fatto pratica con l'artiglieria. I momenti di licenza in cui si tornava a casa, dalla propria ragazza o dalla famiglia; Elle non si era mai allontanato dalla caserma, spesso dava i propri giorni ai commilitoni, perché casa sua era l'esercito. La sua famiglia non c'era più, la sua ragazza nemmeno... non c'era mai stata, a dirla tutta.
    E poi, alla fine, quel vino gli sapeva tanto di sangue. Sangue versato per niente, cazzo!

    In quattro anni di servizio, ho visto solo la gente morta, per fare una citazione colta, o la gente scema. Là davvero c'è di tutto: quello che si arruola per sentire il peso di un'arma e capire che non è degno o abbastanza criminale per usarla, quello che invece crede di stare facendo la cosa giusta, poi perde tutti i suoi amici per il fuoco nemico e allora impazzisce, torna a casa e fa una strage... quelli come me, che non conoscono altra realtà, i soldati perfetti, ubbidienti, sacrificabili e soprattutto leali.

    La guardò dritta negli occhi azzurri, ignorando completamente lo stato dei propri, se fossero vuoti oppure no, per rispondere finalmente alla domanda.

    Non è pericoloso per il corpo, ma per lo spirito. Io ci credevo, sono sopravvissuto all'addestramento, alle cacce ai demoni, ma sono stato abbandonato perché avevo fatto la cosa giusta.
    Se vuoi davvero renderti utile al Paese, alla Patria, allora fidati delle istituzioni giudicando caso per caso; meglio ancora, fai da te.
    - fece spaziare il braccio destro verso il resto del locale in un gesto dimostrativo -Noi facciamo da noi.

    Non gli piaceva ricordare il passato, che Jinx si desse una mossa! Entro breve l'avrebbe riaccompagnata a casa.
     
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  13. TalesDreamer
     
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    «Uh, ma se dici così mi deprimi.» commentò mogia mogia, fissando il bancone.
    Non che avesse mai avuto molta fede nei confronti dell'esercito, in realtà. Ciò che davvero l'attirava della naja era la possibilità di poter vivere lontano da Toronto, lontano dai suoi.
    Silenzio.
    Avrebbe voluto chiedergli delle guerre che aveva combattuto, dei Demoni che aveva ammazzato, ma non osava farlo. Sembravano esperienze dolorose, e lui non pareva intenzionato a parlarne.
    Un ammazzademoni. Lei se ne sarebbe vantata un casino, se fosse riuscito ad uccidere qualcosa di davvero grosso. O, ancora meglio, a farci un patto.
    Piegarlo al suo potere a suon di calci.
    A salvarla dall'imbarazzo del non so di cosa accidenti parlare ci pensò fortunatamente il barista, che arrivò a portare da bere a entrambi.
    Il suo era un bicchiere graaande. Possibilità di tornare a casa senza barcollare troppo? Ancora de definire.
    «Un brindisi a voi che siete così fighi, allora.» disse con un mezzo sorriso, alzando il bicchiere in direzione di Lysander.
     
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  14. Varro
     
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    Sollevò il bicchiere per rispondere al cincin di Yvonne con un sorriso appena accennato sul volto: eh, sì, era suonato assai deprimente, ma in fondo quella era la pura verità, o almeno come la vedevo io. Ma, come avevo detto, c'era sempre la soluzione alternativa che dava una scelta al contempo onorevole ed efficace.

    Alla salute di no che siamo fighi, allora.

    Si girò per dare le spalle al bancone ed appoggiarvisi, così avrebbe avuto una panoramica di ciò che succedeva nel locale. Gente che andava, gente che veniva, scambi di armi, di denaro, di munizioni, il solito di sempre, anche se in realtà stava cercando una persona specifica, Jinx, nella speranza che quella situazione imbarazzante finisse.

    E poi, se credi che l'esercito non sia poi così interessante, non posso biasimarti. Ma se vuoi veramente aiutare la gente, qui troverai sempre un pasto caldo, gente con cui discutere di tattiche e, soprattutto, ottenere informazioni.

    Quindi, forse, potevo fare un po' di pubblicità al Marvash, così tirai fuori dal portafogli il mio biglietto da visita con nome, cognome, indirizzò del Marvash e numero di cellulare facendo le un veloce occhiolino.

    Questo per qualunque bisogno tu o il tuo quartiere abbiate in materia di protezioni, scorte, raid punitivi e, in generale, sicurezza. Se non sono disponibile io, qualcuno dei miei compagni sarà senz'altro a portata di mano
     
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13 replies since 13/11/2012, 01:58   198 views
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