Primo contatto, l'arrivo dello zingaro

[Narrativa] [TalesDreamer, CiccioBaslardo... e chiunuqe si voglia unire]

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  1. CiccioBaslardo
     
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    Eccola, finalmente: La megalopoli Toronto.
    Grattaceli che sembrano toccare la volta notturna ed estendersi all'infinito sopra quelle nubi; le luci degli edifici che sostituiscono la stella polare dei marinai, in quell'oceano di solitudine; rottami e corpi di chi non è arrivato alla fine del suo viaggio sparsi in ogni dove, quasi a simulare un cimitero fuori dalle porte della città; il Tartarus, in tutta la sua imponente, mostruosa e torreggiante (in ogni senso possibile) architettura.
    Freno stava per ragiugere la meta del suo viaggio... dove una nuova sfida lo stava già aspettando.
    Ad una ventina di chilometri da una delle entrate di quello che veniva chiamato lo Sprawl, un veicolo stava affrettando la sua marcia.
    Era un'automobile, o per lo meno ci assomigliava, che sembrava essere costruita apposta per tracciati fori strada: enormi gomme chiodate che avrebbero potuto scartavetrare la corazza di un demone e schiacciarlo; ammortizatori talmente massicci da poter riuscire a resistere ad una caduta di venti metri (e data la mole del veicolo, erano davvero degli ammortizatori con i "conrofiocchi"); un motore molto, molto rumoroso e pieno di rugine, doveva essere molto vecchio.
    A prima vista, sembrava una di quelle antiche automobili che si utilizavano nelle competizioni sportive nel deserto. Chiunque avesse avuto la possibilità di vederlo, avrebbe sicuramente pensato "ma dove diavolo ha preso quel catorcio?"

    Le ruote sollevavano la polvere delle strade in disuso da ormai molti anni, ed il conducente era molto attento a quello che accadeva intorno a lui ed al suo mezzo. Sapeva bene che c'era un motivo se nessuno, sano di mente, usava ancora quelle strade.
    Le baracche della città si facevano sempre più vicine, e la sua eccitazione sempre più viva.
    'Sto arrivando Grandepecoraverde... sto arrivando e prenderò la mia vendetta'
    Questo era quello che pensava Fren in quegli istanti. Ma avrebbe fatto meglio a non distrarsi.

    'ROOOOARR!' un ruggito che non aveva niente a che fare con questo mondo... almeno, non avrebbe dovuto, scuarciò ogni altro suono (persino quello della rumorosissima marmitta) e infastidì prepotentemente l'udito del pilota. Invece, chi aveva prodotto quel suono, aveva rotto l'asfalto di cui la strada, sulla quale il veicolo sfrecciava a gran velocità, era composta ed era emerso da tale frattura.
    Schivarlo? No, nemmeno per sogno. Se un nuovo amichetto voleva giocare, Freno non poteva di certo ignorarlo.
    'Giochiamo!!!' Urlò di gioia il pilota... prima di schiantarsi addosso a quello che forse era un demone.
    Purtroppo per lui, quel "coso"era più coriaceo del previsto.
    Il fronte della vettura si compresse come se fosse stato di carta, Freno venne sbalzato via dal parabrezza, forunatamente privo di vetro, della macchina e svenne.
    Incredibilmente si svegliò tutto d'un pezzo, a parte una gamba che molto probabilemnte si era rotta. Lo scoprì quando a fatica si rialzò.
    Perché era ancora vivo? Oltre al favoloso volo che aveva fatto, probabilmete, qualche ora prima, c'era anche un demone nei paraggi. Perché non lo aveva ucciso aprofittando della sua incoscenza?
    La sisposta arrivò ben presto, quando si accorse che nella massa infore di quel mostro c'era un bel buco. Era una ferita profonda e molto grande, sembrava essere stata provocata da un'esplosione. Qualcuno lo aveva salvato.
    Si, qualcuno lo aveva salvato ma non intenzionalmente. Il suo mezzo era stato "rapito". Già, la usa vetura non c'era più.
    Non c'erano più le ruote; non c'era più il otore; non c'era più il cofano, probabilmente reso simile a quello di una vecchia monovolume; ma sopratutto, non c'era più niente di quello che si era portato dietro per il viaggio.
    Niente vestiti, niente soldi e niente riserva d'acqua per 3 giorni. Sarebbe dovuto arrivare a piedi allo Sprawl...


    'Cosa hai detto, amico?' lo interruppe il barista in tono sorpreso e soprattutto irritato.
    Lo stava ascoltando proprio come faceva con tutti i suoi clienti, ma una cosa atirò la sua attenzione.
    'Non mi hai sentito?' rispose il narratore un po' scocciato dal'interruzione 'ho detto che Freno, cioè io, se l'è fatta a piedi con una gamba rotta fino al tuo bar'. Poi fissò il bcchiere quasi vuoto di latte, per poi ritornare a fissare il barista... che aveva un espressione nervosa in volto.
    'Non è che per caso mi serviresti un altro bicchierin di questo scuisito succo di mucca?' Disse il cliente.
    Il barista si passò una mano sul viso e appoggio l'altra sul bancone, facendo cadere lo sguardo sui suoi piedi.
    'Prima riformula l'ultima frase del racconto, per paicere' disse l'uomo in tono irritato.
    Il cliente piegò la testa da un lato 'intendi che sono anche senza acqua?' rispose perplesso.
    'No...' si irritò ulteriormente l'uomo '...la parte prima di quella'
    'Oh...' Freno aveva capito. Un po' in ritardo ma aveva capito. Forse non avrebbe dovuto dirgli che con se non aveva neanche l'ombra di uno spicciolo.
    'Ehmmm... puoi inserirmi nella lista dei creditori?' Chiese il cliente con nonchalance.
    'Noi non lo facciamo...'
    *clic, clac*

    Per le strade si sentono rumori di spari... niente di strano nello sprawl, ma se a sparare è un barista a cui non sono stati pagati venti bicchieri di latte, la cosa è molto più che preoccupante.
    'Dai amico! Non fare così! Te li pagherò!' Urlava uno strano tipo che correva a petto nudo per le strade malmesse dei sobborghi.
    'Oh, stanne sicuro. ME LI RIPAGHERAI E COME!!!' Il suo "interlocutore" invece era un panciuto omaccione con un simpaticissimo grembiule con la scritta "vi serviremo con il sorrso".
    Era arrivato da appena tre ore e già Freno si era fatto degli amici.

    Edited by CiccioBaslardo - 4/1/2013, 14:56
     
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  2. TalesDreamer
     
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    Yvonne stava correndo. Era uno dei suoi soliti giri d'allenamento: vai in giro, inspiri un po'di smog, ammiri i cartelloni pubblicitari, magari scrocchi da bere a qualcuno. Routine.
    Qualcuno stava urlando alle sue spalle, ma la cosa non la urtò molto. Un po'perché aveva gli auricolari, un po'perché suoni simili sono la normalità nello Sprawl. La disturbò ben di più il fatto che un uomo si fosse affiancato a lei, e la stesse quasi superando nella corsa.
    Dopo aver gettato un'aria di sfida allo sconosciuto strinse i denti e accellerò, determinata a mostrargli che lei era più veloce. Era certa che avrebbe vinto, perché lei non aveva una maschera in faccia. Non è buono correre col volto coperto, ti fa caldo e poi respiri male e
    BANG.
    Bang?
    BANG BANG.
    La spalla destra avvampò di dolore. Le avevano sparato? Il proiettile doveva averla solo sfiorata, o avrebbe fatto più male. Di certo il colpo le aveva rovinato la maglietta! Era una delle sue preferite, vaffanculo. Era così rosa.
    Cosa stava accadendo? Non ne aveva idea. In compenso, aveva un piano per uscire da quella situazione senza nulla di rotto. Forse.

    Si cacciò una mano nella tasca dei pantaloncini, cercando a tastoni l'ipod.
    Conosceva il percorso del file a memoria. Dopo un paio di ditate, questa canzone iniziò a risuonarle nelle orecchie, mentre Nala si materializzava alle sue spalle.

    Renamon


    «Mandalo via!» ordinò al suo Demone. Fatto questo, si buttò di peso contro lo sconosciuto con la maschera, cercando di spintonarlo in un vicolo laterale. L'idea era di strisciare dietro qualcosa e riprendere un attimo il respiro, mentre il suo leone giallo provvedeva a terrorizzare l'uomo che sparava. Le pallottole possono poco, contro una palla di pelo alta due metri che lancia onde energetiche dalle zampe.
    Perché salvare così uno sconosciuto, possibile criminale? Perché sembrava in difficoltà, e lei era moralmente obbligata ad aiutare le persone. Faceva parte del suo credo ninja, o qualcosa del genere. È quel tipo di coscienza unita a sprezzo per il pericolo che sviluppi quando sei cresciuta guardando troppi film di Chuck Norris.
     
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  3. CiccioBaslardo
     
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    Correva a rotta di collo. Si, correva. La storia della gamba rotta era solo una scusa per impietosire il barista che ora lo stava inseguendo con un fucile a canne mozze. Già, non aveva funzionato.
    Il fatto che vaesse mentito riguardo la sua ferita, probabilmente (molto probabilmente), aveva fatto sembrare tutto il suo racconto una frottola da esaltati.
    In effetti, quasi tutta la storia era inventata:
    Non aveva mai avuto una macchina, e per dire la verità, nemmeno le sapeva guidare;
    Non aveva mai avuto nemmeno un soldo bucato con se, gli unici possedimanti che si portava dietro, erano quelli che contenevano i suoi pantaloni;
    Non aveva percorso 20Km a piedi per ragiungere lo Sprawl con una gamba rotta, ma ben 2000km con entrambe le gambe in buono stato;
    Non aveva investito il demone con l sua macchina immaginaria... lo aveva preso a pugni fino a ridurlo in carne ben frollata per la cena di arrivo;
    Non era stato salvato da dei paladini misteriosi, era stato agredito da una banda di rider... che trovò il suo triste epitaffio sulle suole dei stivali logori di Freno-A.
    Insomma, aveva ribaltato completamente la storia, ma non era riuscito ad impietosire quel rude uomo che ora gli sparava contro.

    'Papà me lo diceva sempre... mai raccontare frottole a qualcuno con più munizioni di te!'

    'Fermati baslardo!" Urlava l'uomo armato.
    'Ma che diavolo... !?!?' Sbottava ferocemente un fruttivendolo, la cui bancarella era stata bruscamente invasa da un invasto mascherato, seguito subito dopo da un arrabiatissimo "panzone" armato.
    'Aiuto' gridava atterrita una bellissima ragazza rannicchiata in un angolo, dopo essere stata spinta all'interno dall'invasato mascherato.
    'BANG!!!' Sbraitava il fucile.

    L'uomo non si faceva problemi a sparare in pieno giorno, con tutta la gente che c'era in giro. I proiettili sibilavano nell'aria e si schiantavano in ogni dove, a volte rimbalzando su un nuovo bersaglio.
    la strada era stretta ed affollata. I vicoli non sembravano una buona soluzine, potevano rivelarsi vicoli cechi.
    Saltando un cumulo di spazzatura; spintonando persone che gli si paravano davanti; inciampando in (...quelli che almeno sembravano essere...) cani (...o grossi ratti); scivolando sotto le gonne di belle signore, solo ed unicamente per proprio piacere personale, si ritrovò ad affiancarsi alla sua salvatrice. Ancora non lo sapeva, ma quella ragazza che faceva jogging nel quartiere più malfamato di Toronto, lo avrebbe tratto in salvo in meno tempo di quello che si sarebbe aspettato.

    'Oh mamma!' Fu l'esclamazione di Freno-A
    Il vicolo era sudicio ed il suo pavimento stretto, ma qualcosa di caldo lo avvolgeva... ed un porpora scarlatto macchiava il muro.
    'Cosa? Mi ha colpito?' Sobbalzò Fren.
    Ma non era il suo sangue quello che si sentiva nell'aria: una ragazza lo aveva tratto in salvo.
    Non c'era tempo da perdere: si alzò in piedi e le prese il braccio che non era stato colpito per far in modo d'aiutarla ad alzarsi.
    'Grazie, ma ora inseguirà anche te!' le sussurrò paino, ma in modo che potesse sentirlo.
    Appena si sarebbe alzata l'avrebbe fatta procedere avanti per proteggerla con il suo corpo, in caso l'uomo li avesse continuati ad inseguire, ma non voleva che se ne accorgesse. Una ragazza così sprezzante che salva un perfetto sconosciuto, cacciandosi in grossi guai... non poteva essere toccata ancora una volta.
    Le fece cenno con la testa di proseguire verso la fine del vicolo. Chissà se si sarebbe fidata. Doveva comunque provare.
    Il barista non era un grosso problema, non avrebbe potuto tenergli testa, ma Fren non voleva fargli male. Dopotutto, dalla parte del torto ci stava proprio lui.
    Adesso dovevano solo pensare a seminarlo. Sperando che almeno finisse i colpi a disposizione.

    Edited by CiccioBaslardo - 4/1/2013, 14:56
     
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  4. TalesDreamer
     
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    L'aveva aiutata a rialzarsi.
    L'aveva ringraziata per l'aiuto.
    Le aveva fatto scudo col suo corpo.
    E Yvonne l'aveva lasciato fare, fissandolo un po'imbambolata. Perché quello sconosciuto mascherato e puzzolente l'aveva trattata in modo gentile, e lei per un attimo si era sentita quasi una principessina.
    Giusto un attimo, prima che una serie di "BANG", "AAARGH!" e "GWAH" la riportassero alla realtà.
    I suoni della battaglia. Il suo Demone contro l'uomo con la pistola. L'esito? Scontato.
    «Scemo, quello non seguirà più nessuno ora!» tirò una pacca sulla spalla del mascherato, ridacchiando. Poi ritrasse subito la mano, perché a ben pensarci non voleva toccare troppo qualcuno con quell'odore.
    Sudore e sporco.
    La caduta le aveva fatto scivolar via le cuffiette. Riavvolse il filo e se le infiò in tasca.
    Non sentiva che i rumori della battaglia, da quel vicolo, ma non era difficile immaginarla. L'uomo che sparava qualche colpo, Nala che incassava senza un lamento, e tirava un'onda di Ch'I luminoso in faccia all'uomo. Il flash del colpo illuminò le pareti del vicolo, confermando la sua ipotesi, e un gran sorriso si disegnò sul suo faccino.
    Nala fece capolino nella stradina qualche istante dopo, il pelo giallo chiazzato di sangue sul fianco destro. Yvonne trotterellò da lei, e mettendosi in punta di piedi le fece pat pat sulla testolina.
    «Brava bimba.»
    Fatto questo, con una mezza piroetta tornò a voltarsi verso il tipo mascherato.
    «E ora dimmi, perché quel tizio voleva spararti?»
    Mani nelle tasche, tornò ad avvicinarsi all'uomo. Nala camminava alle sue spalle, una morbida e silenziosa guardia del corpo.


    Edited by TalesDreamer - 16/9/2012, 19:49
     
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  5. CiccioBaslardo
     
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    Voleva scappare ed aiutare quella ragazza che, per una qualche stranissima ragione, l'aveva soccorso. La ragazza si lasciò aiutare dopo di ché Fren si mise tra lei e l'entrata del vicolo. Aspettava che la giovane salvatrice cominciasse a correre dalla parte opposta per poi seguirla, ma ciò non accadde.
    "Che aspetta a scappare? Il simpaticone non si farà tanti scrupoli a rincorrerci qua dentro…" ecco cosa pensava il ragazzo… prima di vedere un enorme animale dalle fattezze leonine voltare l'angolo per venirgli incontro.
    'Cosa diavolo è?!' Fu l'impulso che l'istinto di Fren produsse all'interno del suo cervello. Ed anche se era un pensiero scontato e banale… come dargli torto?
    Quello che probabilmente era un demone, aveva la faccia per metà sporca di un sangue rosso scarlatto, ma la sua espressione, non era segnata da nessun accenno d'emozione maligna. Doveva essere freddo come il ghiaccio per far del male a qualcuno e non avere nemmeno il ben che minimo barlume di rimorso negli occhi.
    'Non voglio che questo quartiere venga demolito. Non posso…' il pensiero dello zingaro s'interruppe quando con la coda nell'occhio scorse il corpo della ragazza superare il suo. Stava trotterellando verso la morte?! Si, lo stava facendo!
    Fù colto praticamente alla sprovvista e non fece nemmeno in tempo ad afferrarle la mano per fermarla. Adesso era veramente nel panico: non voleva essere responsabile di quello che stava per accadere.
    'Devo salvarl…' altra interruzione. Questa volta il suo cervello bloccò qualsiasi altra esecuzione dati per concentrarsi unicamente ad elaborare questo problema:
    CITAZIONE
    Dati
    -Una "pucciosa" ma spaventosa belva omicida sporca di sangue che si avvicina. Questo ci fa intendere che deve aver fatto male a qualcuno;
    -Siamo in compagnia di una persona da proteggere;
    -La persona da proteggere ha istinti suicidi e si avvicina alla belva;

    Problema: perché la graziosa persona dagli istinti suicidi (che poi scopriremo non avere) si avvicina alla bestia "pucciosa" e spaventosa, le accarezza la testona e le dice 'Brava bambina' senza essere sbranata?

    Soluzione: … TILT

    L'unico dato aggiuntivo entratogli in memoria era che quella cosa era una "Cosa-Lei".

    Ripristino cervello di idiota… loading
    Percezione distorta del mondo riattivata…


    'E ora dimmi, perché quel tizio voleva spararti?' fu la domanda che lo accolse nuovamente nella realtà. La ragazza glielo aveva chiesto. Quella "Cosa-Lei" era alle spalle della sua salvatrice come una palladi pelo da guardia alta due metri.

    'Beh… in effetti non è che avesse avuto tutti i torti' cominciò a raccontare abbassando lo sguardo e dando dei calcetti al pavimento.

    'voleva spararti' bussò alla sua mente.

    'Ho bevuto nel suo bar e non avevo i soldi per pagargli il conto' si vergognava sempre più. Si stringeva nelle braccia.

    'VOLEVA spararti' sta volta suonò il campanello'

    'Però appena avessi racimolato un po' di valuta corrente, avrei di sicuro estinto il mio debito' continuava con aria colpevole. Non aveva nemmeno il coraggio di guardare in faccia la ragazza.

    'VOLEVA' sbatteva la porta del suo cervello con furia.

    ''Mi ci sarebbe voluto un po', ma alla fine l'avrei pagato… io ripago sempre i miei debiti' il tono sincero ma ugualmente desolato.

    'IODOTA!!! HA PARLATO AL PASSATO! Se non vi insegue più è perché gli è successo qualcosa!' L'intelligenza era molto timida, ma sta volta aveva sfondato la porta della sua mente con un'ariete per farsi sentire.

    'Ma, ma… ora dove è? Perché non ci insegue più?!' Freno-A si risveglio dal torpore della vergogna e con gli occhi si mise a cercare qualcosa alla fine del vicolo. qualcosa che probabilmente non avrebbe visto… mai più.

    'Ohddio!' sobbalzò 'gli è successo qualcosa. Dobbiamo aiutarlo!' Era nel panico.
    Si era dimenticato di ogni cosa. Adesso doveva solo pensare a come trovare ed aiutare l'uomo che lo aveva accolto nel suo bar e dissetato.
    Entrò in iperventilazione, i bagliori dei suoi "occhi" si muovevano freneticamente, come se dovessero cercare una soluzione che ronzava intorno a lui come un moscerino che non voleva farsi prendere.

    Il panico...

    Edited by CiccioBaslardo - 4/1/2013, 14:56
     
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  6. TalesDreamer
     
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    Perché tanta agitazione? Non era mica un'assassina, lei!
    «Senti un po'.»
    Cercando di ignorare il ribrezzo, poggiò le mani sulle spalle dell'uomo, stringendole saldamente.
    Fissò l'uomo nelle palle degli occhi. Cioè, nelle palle della maschera. Insomma, quello.
    «Non ho detto al mio Demone di ucciderlo, ma solo di mandarlo via. Quindi non è morto, ma è solo corso via più o meno intero. Vero, Nala?»
    Voltò il capo verso il Demone, che annuì più volte. Si strappò un proiettile dalla spalla pelosa e lo gettò a terra, come a voler dire "mi son fatta più male io di lui".
    Tlin.
    «Visto?» tornò a voltarsi verso l'uomo, sorridendo «Significa potrai cercarti un lavoro, guadagnare dei soldi, e poi tornare a quel bar a saldare il conto. Tutto sistemato, insomma.»
    Aveva la sensazione che il Demone innervosisse Mr. Maschera. E soprattutto, la sua altissima palla di pelo stava attirando l'attenzione dei passanti. Gente che rallentava il passo e dava una sbirciata nel vicolo, notando la massa alta e gialla.
    «Puoi andare, Nala.»
    Non si voltò a guardarla mentre svaniva, era occupata a studiare Mr. Maschera. Mr. Muscolo, a guardarlo bene.
    Aveva notato l'ampiezza delle sue spalle nello stringere, ma abbassando lo sguardo vide che era ben allenato in generale. Lercio quanto un cane che si rotola nel fango, ma ben messo. Non avrebbe faticato a trovare un lavoro come magazziniere, meccanico, o Uomo Che Sposta Cose Pesanti In Generale.
    Contenne a fatica un principio di arrossamento guanciale. Era abituata a vedere uomini belli e muscolosi, lavorando in palestra, ma di solito non è che finisse per toccarli e fissarli così. Era una situazione così poco... Professionale?
    Magari porta una maschera perché ha una faccia bruttissima.
    Forse non ha nemmeno una faccia.

    «Però prima devi lavarti, o al massimo trovi lavoro nella discarica.» decretò, tornando a fissarlo nelle palle degli occhi.
    Della maschera.
    Oh, insomma, quelle.
     
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  7. CiccioBaslardo
     
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    La ragazza appoggiò il palmo della mano sulla spalla del ragazzo, il quale sembrò tornare in se. Lo sguardo dei due si incontrò.

    La ragazza lo tranquillizzò a proposito della sorte dell'uomo: 'non ho detto al mio Demone di ucciderlo…'
    informazione aggiunta: "Cosa-Lei" = demone della ragazza gentile.
    '… ma solo di mandarlo via. Quindi non è morto, ma è solo corso via più o meno intero. Vero, Nala?'
    Informazione aggiunta: "Cosa-Lei" = Nala

    Risultato dell'analisi: Nala è una demone di proprietà della ragazza gentile, l'uomo è corso via (più o meno intero), il simpatico barista è ancora in attesa del risarcimento.

    La ragazza gli ribadì' il concetto e poi, notando che Nala stava attirando troppe attenzioni, congedò il suo demone. Il demone sparì… e la ragazza gentile non gli prestò attenzione. I suoi occhi lo stavano osservando come un macellaio osserva un quarto di bue per stabilirne il prezzo. Però… la sua mano sulla pelle aveva un tepore così pacifico.
    I fantasmi del passato sembrarono dissolversi nel vuoto dei suo ricordi al tocco candido della ragazza.
    'E' un angelo'
    Questo pensiero sfiorò la mente di Fren per alcuni secondi mentre la voce della sua salvatrice gli accarezzava i timpani. I suoi occhi chiari continuano scrutargli l'anima. Era come se fosse stato nudo davanti a lei.

    'Però prima devi lavarti, o al massimo trovi lavoro nella discarica.' Quella frase lo riportò alla realtà: era solo, senza soldi e non aveva nemmeno dove dormire. I venti bicchieri di latte che aveva bevuto gli sarebbero bastati al massimo per due o tre giorni. Doveva assolutamente trovare un lavoro.
    La discarica era un'ottima idea. Otre che gentile era anche una ragazza molto intelligente a quanto pare. Però… lo stava ancora fissando negli occhi.

    'Ti prego…' disse sussurrando, con un pizzico d'imbarazzo '… non guardarmi così. Mi sento strano se lo fai.'
    Sorrise timidamente, ma non si poteva vedere… o meglio… quello che successe all'esterno, non faceva pensare ad un sorriso innocente: una goccia di sangue usci dalla cucitura sul mento della maschera. Lui però non se ne accorse.

    'Mi hai dato un consiglio prezioso' disse continuando a sorridere… e di conseguenza a far gocciolare sangue.
    'Credo che in una città grande come questa si produca molta spazzatura. Credo che in discarica cerchino sempre qualcuno, no?' smise di sorridere: una goccia di sangue caduta sul petto gli fece rendere conto della figuraccia che aveva fatto.
    'Scusami, a volte sono proprio sbadato…' disse allontanandosi dalla ragazza. Non voleva sporcarla.
    'Comunque sia… grazie dell'auto "ragazza gentile" (se avesse provato a dirgli il suo nome l'avrebbe fermata. A Fren piace chiamare le persone traendo spunto dalle loro azioni… non dalle decisioni d'altri), spero che questa non sia l'ultima volta che ci incontriamo. Mi piacerebbe ringraziarti per il tuo aiuto.'
    Detto questo, Fren fece un inchino giocoso e girandoli dall'altra parte cominciò a camminare fischiettando un motivetto allegro.



    Edited by CiccioBaslardo - 4/1/2013, 14:57
     
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  8. TalesDreamer
     
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    Sangue.
    Quel tizio gocciolava sangue. Da sotto la maschera.
    E l'aveva chiamata "ragazza gentile".
    Non sapeva davvero dire quale delle due cose la traumatizzasse di più.
    Forse, a ben pensarci, la cosa più inquietante era che il tizio se ne stesse andando con nonchalance, ignorando le proprie ferite e lasciandola lì impalata, la bocca aperta in una perfetta O di stupore.
    Riavvio automatico del cervello in corso, si prega di attendere...




    ...Riavvio completato.

    «Dovresti andare in un ospedale! Non so se l'hai notato, ma stai sanguinando!» gli gridò dietro, mentre cercava di raggiungerlo «Ce n'è uno non molto lontano! Sai come arrivarci?»
    Il tipo sembrava intenzionato a fare un'uscita di scena scenica, ma lei non ci stava. Cioè, cazzo, stava sanguinando. Una ferita fatta durante la fuga, forse, sbattendo la testa contro qualcosa. Non un proiettile, o la maschera sarebbe stata bucata.
    E insomma, l'aveva eroicamente salvato, adesso doveva vivere. La sua sarebbe stata fatica sprecata, sennò.
     
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  9. CiccioBaslardo
     
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    'Dovresti andare in un ospedale!'

    Ospedale…

    '…sanguinando!'

    Sanguinando

    'Ce n'è uno non molto lontano…'

    FREN!!! Sei un dannato idiota!

    Già, la ragazza gentile lo stava chiamando. Stava parlando di una ferita probabilmente, e di un ospedale da raggiungere.
    Invece, la sua testa gli ricordò, in modo più o meno civile, del fatto che la ragazza fosse ferita.

    MUOVITI! Fai qualcosa!

    'Si, si… adesso vado…' sibilò tra i denti il ragazzo, poi si avvicinò di corsa alla ragazza.
    'Scusami!' disse in tono agitato e dispiaciuto. La sua mano destra si poggiò aperta sulla testa calva. Un gesto tipico di quando si sentiva in imbarazzo.
    'Me ne sono completamente dimenticato. Ti fa molto male?' Domandò desolato.
    La tornò a guardare in quegli occhi verde chiaro che si ritrovava. Si dimenticò dell'effetto che gli avevano fatto, e quindi, per la stessa legge fisica che fa volare i calabroni, questa volta non si innervosì.

    'Se mi indichi la strada, sarò più che felice di accompagnarti a questo ospedale.' Ed ecco che tornava quella sensazione di disagio che gli fece distogliere lo sguardo dalla ragazza gentile, per posizionarlo su un bidone dei rifiuti che li osservava da quando erano arrivati.
    Si, li stava letteralmente guardando…
    Su di esso, una faccia molto "cartinesca" li osservava stridente. Era un ologramma che faceva passare una scritta ogni tanto: "mantenete pulita la vostra città"

    Perché, è mia?

    Sotto di esso invece, una scritta fatta con lo spray invitava il lettore ad andare in un paese dal nome singolare.
    Rimase un poco turbato dal pessimo gusto della società che si occupava della sanità delle strade, ma fu solo un attimo.
    Subito dopo, una voce alla fine del vicolo attirò la sua attenzione.

    'Eccoli li, sono loro!' Urlava un uomo… che alle spalle aveva delle facce già note.
    Erano il fruttivendolo e la ragazza che aveva urtato durante la fuga. La ragazza era stata accompagnata da quello che probabilmente era il suo ENORME fidanzato.

    Per l'amor del signore onnipotente! SCAPPA!' Dicendo l'ultima parola, il ragazzo afferrò con la mano il braccio (non quello ferito) della ragazza e cominciò a correre, provando a muoversi in modo da non farle male. La voleva portare via, non rompergli il braccio… quello buono.

    Lo zingaro, mentre correva, trovò il tempo di annunciare le sue intenzioni. 'Prima li seminiamo, poi andiamo all'ospedale. Comunque… piacere, mi chiamo Fren.'

    Edited by CiccioBaslardo - 4/1/2013, 14:58
     
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  10. TalesDreamer
     
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    Sangue.
    Il suo sangue? Si guardò la spalla e in effetti sì, c'era qualche gocciolina lì dove la pallottola l'aveva sfiorata. Però non era una ferita grave! Se ti sanguina la faccia di solito è peggio. Cioè, magari al tizio stava solo sanguinando il naso, ma poteva essere qualcosa di peggio. La maschera sembrava artigianale, magari si era tagliato con qualche pezzo mal levigato mentre sbatteva la testa qua e là.
    Urla alle loro spalle.
    «Che cazzo c'è ora?» sibilò, voltandosi. C'erano persone all'inizio del vicolo, e stavano indicando loro.
    Altre scocciature. Stava per evocare nuovamente Nala, ma il tizio mascherato la prese per un braccio e la trascinò via.
    Voleva ancora correre? Per lei era okay. Era quello che stava facendo prima di incontrarlo, in fondo.
    L'esercizio fisico fa bene. E poi i loro nuovi inseguitori non sembravano armati, quindi non c'erano pericoli se scappavano un po'.
    «Yvonne.» si presentò in un soffio. Agitò il braccio, per far capire a Fren che era il caso di mollarla. Che razza di nome era Fren, poi? Forse aveva capito male e si chiamava Pherb.
    Scappare scappare scappare. Era divertente, e lei conosceva tanti posti interessanti in cui nascondersi. Tipo il mercato!
    Rallentò il passo per non lasciare indietro Pherb. «A sinistra!» urlò, aggiungendo una gomitata per sottolineare la cosa.
    Perché a sinistra, alla fine di un altro vicolo, c'era il vecchio tunnel della metropolitana. Bastava scendere le scale per entrare in quel posto, pieno di persone losche che cercavano di vendere prodotti più o meno legali: software piratato e gioielli antichi, erbe medicinali e armi da fuoco. L'ultima volta che ci era andata si era comprata un braccialetto.
    Anche se i loro inseguitori avessero avuto le palle di seguirli lì sotto, non li avrebbero trovati: c'era sempre un bel casino, al Free Share. Gente che contratta e che urla e che fa il giocoliere e che si picchia e cose simili.
    E tante bancarelle sotto cui poter strisciare.
     
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  11. CiccioBaslardo
     
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    La ragazza si liberò dalla presa e accelerò la corsa per stare davanti allo zingaro. Superare Fren, in quelle condizioni, non era esattamente un'impresa: quando scavalcò la bancarella del fruttivendolo, fece un movimento azzardato ed un piccolo errore di distrazione, che molto probabilmente gli costò una costola.
    Con precisione, dopo aver urtato l'angolo di una cassa di frutta, stranamente in metallo, cominciò ad avvertire dolori ogni volta che respirava. Ma la maschera copriva le sue smorfie; la ragazza per fortuna non se ne sarebbe accorta… se non avesse abbassato lo sguardo sul fianco destro del ragazzo.
    Infatti il livido stava diventando sempre più evidente.
    Per fortuna che Yvonne (il nome con cui venne chiamata la "ragazza gentile") era abbastanza cortese da adattare il proprio passo al suo.
    Corsero fino al mercato, zona che Fren non avrebbe potuto conoscere, visto che era arrivato proprio quel pomeriggio.
    Gli inseguitori, armati solo di un odio profondo verso colui che gli aveva infastiditi, erano ancora alle loro spalle. Decisi a tutto pur di acciuffare quella coppia di "combina guai".
    La ragazza svoltò rapidamente a sinistra, avvertendolo con un richiamo e… una gomitata (per fortuna era dall'altra parte della zona interessata dalla frattura che ad ogni respiro gli faceva vedere le stelle).
    'Ok' rispose tra un rantolo e l'altro.
    La seguì fino a quella che sembrava l'entrata di una metropolitana… un'entrata mal messa a prima impressione.
    I scalini iniziavano a livello della strada e finivano in una zona poco illuminata. Chissà dove sarebbero capitati?
    Con un sospiro di sollievo Il ragazzo notò che gli inseguitori non gli erano più alle… costole (eijraksdfnlakjewrsfndlqaerjfv).
    'Credo…' lo interruppe un fitta. Poi riprese a parlare '…credo che li abbiamo seminati' poi rallentò la corsa fino a farla diventare un passo veloce.
    'Scusa, ma devo sedermi un attimo. Un attimo soltanto…' disse affannosamente mentre si appoggiava al muro per poi far scivolare la schiena fino a sedersi sul pavimento. Con quella costola, non poteva ossigenarsi bene durante la corsa, quindi adesso, tra tutto il fastidio che aveva, necessitava di riprendere fiato.
    Continuava a respirare affannosamente mentre il suo sguardo andò a controllare lo stato della contusione.
    Era un bel livido, ma in una o due settimane si sarebbe ripreso.
    Poi cercò la ragazza per vedere se si era fermata od era corsa via non accorgendosi del suo tracollo.
    Senza interessarsi alla presenza della ragazza o meno, sussurrò: "piacere mio Yvonne, ma preferisco chiamarti Ragazzagentile."

    Senza offesa... ma corre di più Fren^^


    Edited by CiccioBaslardo - 4/1/2013, 14:59
     
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  12. TalesDreamer
     
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    Quel tipo correva più veloce di lei.
    E le aveva dato di nuovo della ragazza gentile.
    Non sapeva dire quale delle due cose la irritasse di più. Per la verità, non riusciva nemmeno a capire se Pherb le desse fastidio o se invece lei lo ammirasse un pochino. Per deciderlo doveva prima capire se "ragazza" era da intendersi come un complimento o meno.
    Ci avrebbe pensato dopo. C'erano questioni più gravi di cui discutere.
    «Okay, ascolta. Per la cosa dell'ospedale...» si piazzò in piedi davanti a Pherb, le mani sui fianchi. Lo squadrò dall'alto in basso, serissima.
    (Ha un bel fisico, però.)
    «Tuuuuu...» alzo le braccia al soffitto
    «Saaaaanguini...» le riabbassò per andare ad indicare doppiamente Pherb
    «Da sooooootto la maschera!» concluse, con un sorrisone ed un battito di mani.
    Fissò speranzosa il mascherato. Questa volta aveva capito, sì?
    «E hai anche una brutta botta sul fianco, ergo sei tu quello che hai bisogno di cure. Riposiamoci un attimo e poi andiamo.»
    Così aveva deciso, ed era molto felice di quella sua decisione. Scivolò accanto a Pherb, sedendosi accanto a lui, e per qualche istante pensò solo a recuperare il fiato e fissare la folla. Nessuno pareva averli seguiti lì sotto, e non c'era troppa gente losca in giro. Insomma, tutto okay.
    Solo che poi le venne in mente una cosa.
    «...Ce l'hai un qualche documento per poter andare in ospedale? Un chip identificativo? Qualcosa?» si voltò verso Pherb, già sapendo che la risposta sarebbe stata "no".
    Cosa poteva fare? Lei conosceva un po'di pronto soccorso, ma non poteva trascinarsi in appartamento quel tizio.
    Pà le aveva sempre detto di non portare animaletti strani in casa.


    CITAZIONE
    Perdona la spaventosa lentezza con cui rispondo, ma è un periodo brutto e cattivo e il poco tempo che ho per il forum lo passo a correggere schede. T__T

     
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  13. CiccioBaslardo
     
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    'Oh, si. Le cuciture…' sussurrò, quando la giovane gli ricordò che poco prima aveva sorriso.
    'Non… non devi preoccupartene. E' normale. Quando sorrido, purtroppo, le cuciture tirano la pelle, e qualche volta la strappano un pochino.' Disse passandosi una mano sopra la testa.
    'La botta al fianco invece… beh, ho visto di peggio. Non siamo fatti di carta. Se è sol una costola rotta… in una o due settimane… si risistemerà. Senza bisogno… di medici.' Tra una parola e l'altra ansimava. Aveva corso troppo.
    Il pavimento della metropolitana, anche se un po' sporco, era piacevolmente fresco. Gli dava sollievo.
    'Per quanto riguarda un… docu… docume… insomma, la "cosa che dice chi sei": io sono Freno-A Mano. Le azioni sviluppano… la mia foto ed… i sentimenti stampano… la mia identità. Non c'è bisogno d'altro. In parole povere? No… non ho nessun inutile… pezzo di carta… o plastica che possa tentare… di spiegare chi sono. Ho solo la mia parola… ed il mio corpo.'
    Continuava ad ansimare. Forse parlare, non era una grande idea… a Fren non aveva mia grandi idee, perciò non ci fece caso.
    Abbassò la testa per una attimo per cercare di reprimere la fitta al fianco.

    Fren, la starai annoiando… stai parlando solo di te.
    'Oh, gisto…' sussurrò ancora a testa china.

    Tornò a guardare "Ragazzagentile"; sembrava soprappensiero.
    'Dicono… che parlare con gli estranei… sia più facile. Vuoi parlarmi un poco di te… mentre questo straccio… riprende fiato?' concluse lasciandosi sfuggire una risata forzata.
    Lo zingaro si era appena reso conto di non sapere niente a proposito della sua salvatrice. Forse, gli sarebbe piaciuto presentarsi. O forse no…
    'Mi piacerebbe molto… ascoltare un po' la tua voce. Mi fa… sentire meglio'
    Rise ancora.

    Edited by CiccioBaslardo - 4/1/2013, 15:00
     
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  14. TalesDreamer
     
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    Cuciture?! Cosa c'era esattamente sotto quella masch... Anzi a ben pensarlo non voleva saperlo, grazie. Sbattè le palpebre, smise di fissare il mascherato con espressione shockata e cercò invece di guardarsi intorno.
    Una piccola rissa intorno ad una bancarella. Qualcuno che aveva rotto della merce per sbaglio e si rifiutava di pagarla, a giudicare dalle urla.
    Quindi non aveva capito male prima: si chiamava davvero Fren, e non Pherb. Freno-a-Mano.
    Quello non era un nome vero.
    «Beh, come ti ho già detto, mi chiamo Yvonne.» scrocchiò il collo, per poi stringersi le gambe contro il petto «Ho vent'anni e vivo nello Sprawl di Toronto da quando sono piccola con mio padre, che gestisce...»
    Un istante di esitazione. Si umettò le labbra.
    «...Un negozio di frutta e verdura.»
    Cosa sto dicendo?
    Lui era uno straniero. L'unico che l'avesse mai considerata "la ragazza gentile", e non "quel maschiaccio col padre che gestisce una palestra".
    Forse un po' le piaceva, continuare ad essere la ragazza gentile. Non lo sapeva bene, non ci aveva mai provato prima.
    «Non ho proseguito negli studi perché tanto non ero brava e adesso aiuto mio padre a gestire il negozio, però non mi piace tanto. Cioè, vendere le cose mi piace, ma vorrei farlo con qualcosa di diverso dalle arance. Preferirei commerciare in prodotti informatici o in cose occulte, ma non so. La concorrenza è tanta. Ci penserò quando il negozio sarà davvero mio. Sigaretta?»
    Infilò una mano in tasca. Lettore musicale, i fili delle cuffie, pacchetto di siga. Lo tirò fuori e lo sventolò davanti agli occhi alla maschera di Fren.
    «Conosco un posto dove possono darti un'occhiata senza chiederti documenti e altre cose, comunque. Non è lontano da qui, ci andiamo appena ti senti un po'meglio.
    C'è un'altra ragazza gentile lì.
    » concluse dopo un istante di riflessione, sperando che la cosa lo convincesse a mettersi in marcia.
     
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  15. CiccioBaslardo
     
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    Pallone, cinghiale, arancia, mollicciume, candeliere, sigaret… ?

    Fren, per ingannare il dolore, usava uno stano ma stranamente efficace metodo. Lui lo chiamava "parole a caso in caso di dolore".
    Per quante parole riuscisse a radunare, quando diceva sigaretta avvertiva uno strano fastidio, perciò non lo pensava mai; tranne in quel momento.

    'Perché mi è venuto in mente?'
    Perché la ragazza dopo averti raccontato che è figlia di un fruttivendolo e che vorrebbe sostituire le arance con delle bambole woodho quando il negozio sarà suo, ovvero quando il padre schiatterà, ti sta sventolando davanti un pacchetto di sigarette.
    'Sei cinico…'
    No, solo reale.
    'No, non sei reale, sei solo la mia testa.'
    E tu non hai la testa?
    '…'
    Piccola interruzione, poi abbandono il monologo in una silenziosa ed imbarazzante sconfitta. La testa aveva avuto ancora la meglio.

    'Oh, si. Mi farebbe davvero bene in questo momento…'
    Lo zingaro allungò la mano verso il pacchetto di sigarette per prenderlo, poi per conferma si voltò verso "ragazza gentile", inclinando la testa come un cucciolo che non capisce bene se può fare una cosa o no.
    Quello era il suo equivalente di "espressione interrogativa".

    'Sarei contento di incontrare un'altra ragazza gentile come te. In questi tempi, il mio serbatoio di gentilezza si è esaurito. Tutti vogliono solo giocare con me… ed io, per quanto non voglia esagerare, finisco sempre per farlo.
    Mi farebbe bene chiacchierare con qualcuno che non voglia fare solo il solito giochino.'

    Edited by CiccioBaslardo - 4/1/2013, 15:02
     
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16 replies since 21/8/2012, 15:06   496 views
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