*Frush, Frush*

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  1. Super Hentai Kid
     
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    Ah, il Thompson Park. Piccolo angolo felice di ogni bambino e adulto, sopratutto nei giorni con un sole splendente come quello di questa giornata. Un luogo perfetto dove girovagare o fare picnic con la propria ragazza, protetti dal caldo grazie agli alberi che forniscono l'ombra necessaria a creare un piccolo angolo per le pennichelle. Insomma, il posto perfetto dove rilassarsi in una giornata festiva, lontani da problemi come il lavoro o lo stress cittadino.
    Ci veniva spesso, la ormai piccola Pyun, a godersi i profumi e i colori della natura, addormentandosi abbracciata dall'erba. Ed è forse in uno di quei momenti che la piccola è diventata...quel che è ora, perdendo ogni tipo di memoria e ritornando bambina.
    Quest'oggi, però, la piccola non ha intenzione di rilassarsi al sole. I suoi programmi, ora, hanno qualcosa di più basilare in mente. Leggasi, la ricerca di cibo. Oh, non per lei. Lei si nutre praticamente tutto il giorno, quando il sole riesce a battere sulla sua testolina. No, il cibo serviva alla sua compagna, che pur essendo demone aveva bisogno di mangiare. E valli a capire gli umani cattivi che non volevano vendergli nemmeno un gelato, nemmeno quando gli volevan dare in cambio quelle poche monete raccimolate dalla strada.

    Mmmm...Niente neanche in questo, Pyuuuun...La shente non spreca più gniente...
    ...

    Ed eccole dunque li, Pyun e Triela, l'ultima che teneva per il vaso la prima e la alzava abbastanza per raggiungere la cima del secchio della spazzatura e permettere alla prima di frugare al suo interno. Le facce delle due non potevano essere più differenti. La piantina aveva un broncio tutto serioso, mentre la demonietta era come quello di una persona senza speranza.

    Pyun, davvero. Posso procurarmelo da sola, lo sai. Cercava da ore di convincerla a lasciarla cinque minuti libera di muoversi senza di lei, per procurare il cibo alla vecchia maniera. Aveva una spada. Gli umani erano fifoni matricolati. Non ci sarebbe voluto molto.
    Tira via la piantina dal secchio, stringendola tra le sue braccia, come se fosse un pupazzetto. Dal suo canto, la piccolina guardò in su e, con la faccia seria di prima, rispose alla frase della compagna.

    Gno. Sharanno cattivi, ma noi non posshiamo abbassharshi al loro livello, Pyun! Troveremo del shibo da sholi, vedrai. Shi shiamo sempre riushiti. Posshiamo farshela ancora.

    La voce della piccola era quasi la convinzione fatta suono, e lei stessa annui alle sue parole. La dragonessa altro non potè fare che stringerla più forte, per poi incamminarsi verso il prossimo cestino, mentre la piantina, come una piccola vedetta prussiana, si guardava attorno, alla ricerca della briciola di cibo più vicina.

     
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  2. endorphine
     
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    alice ✗ scheda
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    Occhiali piazzati sulla punta del naso, chiavi di casa alla mano, e il "clack" di una porta che ci si è appena richiusi dietro le spalle. Forse - a parte gli abiti dismessi e un po' oversize - avrebbe potuto sistemarsi i capelli, prima d'uscire. Erano leggermente appiattiti nel mezzo della testa, e finivano poi col sollevarsi riottosi sulla sommità del capo, allungandosi verso le direzioni più disparate. Così come li aveva trovati, alzandosi dal letto, così li aveva lasciati.
    Non aveva sentito la sveglia suonare, e questo aveva comportanto un ritardo sulla tabella di marcia di circa due ore. Il suo turno mattutino ai laboratori era completamente saltato, ed era ancora piuttosto agitata all'idea di dover imbastire una scusa che risultasse convincente. Non era una di quelle persone a cui mentire veniva naturale. Doveva prepararsi psicologicamente a farlo, lei.

    Infilò le mani nelle grosse tasche laterali della felpa che indossava, ingobbendosi appena. Volse lo sguardo verso il basso, premurandosi di evitare ogni potenziale ostacolo che avrebbe potuto incontrare lungo il suo cammino. Lanciava di tanto in tanto qualche occhiata al di sopra delle lenti, alternando la visione limpida dell'occhio nudo a quella sfocata derivante dall'osservare la realtà tramite degli occhiali per lei totalmente inutili. Quegli occhiali di cui solo gente afflitta da miopia acuta potrebbe necessitare. Lenti spesse come fondi di bottiglia, una montatura nera laccata e a tratti scalfita, e delle stecche laterali un po' lente e non esattamente dritte. Forse non aveva un bell'aspetto. Forse.

    Prima che potesse rendersene conto, era già arrivata a destinazione. Volendo essere precisi aveva varcato circa dieci pensieri assurdi prima (sì, una nuova unità di misura che in qualche maniera avrebbe proposto alla comunità scientifica internazionale) la soglia immaginaria del Thompson Park. Non aveva idea di quanto si fosse addentrata all'interno della struttura, e nemmeno si preoccupò più di tanto. Si trattava solo di una passeggiata. Una passeggiata durante la quale sperava di potersi imbattere in qualche nuovo, particolare ingrediente da usare per uno degli esperimenti che aveva in progetto.
    « D'accordo, diamoci da fare. » un battito di mani fu tutto quello che le servì per raddrizzarsi, allungare le braccia e stiracchiare la schiena. La caccia era aperta.
    Ignorò il commento di una donna che l'aveva additata, per poi allontanarsi prendendo in braccio sua figlia, mormorando nel mentre qualcosa riguardo "Pedofili stupratori che si aggirano senza pudore sotto la luce del sole in un luogo pubblico pieno di bambini", e procedette con l'individuare il luogo più favorevole per la propria ricerca.
     
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  3. Super Hentai Kid
     
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    La ricerca del duetto improbabile continuava. Cesto dopo cesto, nessuno sfuggeva alle manine rapide e agli occhi serissimi di quella bambina, sempre tenuta dalla sua fida draghetta. Questa volta, la fortuna aveva fatto trovare, dopo altri tre secchi, un Hamburger mezzo consumato, una bottiglietta che conteneva una strana sostanza licquida di colore verdastro e una palletta di gelato quasi sciolta, ancora dentro al sua coppetta, priva però di cucchiaino.
    Seduti su una delle panchine di quell'enorme parco, la draghetta stava guardando con un certo disgusto i "tesori dissepolti" poco prima, cercando di nasconderlo però dalla sua piccola compagnia, la quale stava di fianco lei, fissandola tutta convinta.

    Visho? Abbiamo trovato del shibo, Pyun! Manshia, dai!
    ...

    Non sapeva che fare. Mangiare qualcosa ritrovato nel cestino pubblico dopo cosi tanto tempo, o rifiutare e dover poi vedersi costretta a trovare un metodo alternativo sia per mangiare sia per rendere felice quel piccolo cespuglio puccioso.
    Certo, eran già passati tre giorni dall'ultima volta che il suo stomaco si era ritrovato con qualcosa con cui essere riempito, ma una dragonessa aveva pur sempre un minimo di orgoglio. Non lo avrebbe gettato dalla finestra mangiando...schifezze del genere.

    Pyun, ascolta. Non posso mangiare cose trovate nel cestino. Permettimi di...
    Gno!
    La piccola strinse i pugni, trasformando il suo volto nella cosa più seria che potesse fare una pianta del genere. She vai a rubare alla giente, loro poi si allabbiano! Non voglio che shi arrabbino con te, Triela! Non voghio che tentino di portarti via da me, Pyu-!

    Un altro saltello, mentre gli occhioni si riempivano di lacrime. Triela non sapeva più che fare con quella bimba, se non prenderla e stringerla nuovamente tra le braccia, compreso il vasetto in cui stava. Di rimando, la piccola Pyun contraccambiò come poteva, anche se le mani non riuscivano nemmeno ad arrivare ai fianchi, da quanto erano piccine.

    Il cibo fu nuovamente depositato in uno dei cestini li vicino, e la ricerca ricominciò. Stavolta il piano era di trovare qualcosa di commestibile che venisse fornita da madre natura stessa, come una mela o qualcosa del genere. La piccola decise che per il momento poteva camminare da sola, sebbene per lei "camminare" significava "Saltellare con tutto il vaso".
    E cosi, con qualche "Tock", le due continuarono a seguire le stradine del parco alla ricerca di qualche albero da frutta, ignorando le varie persone che davano occhiate strane alla demone e pianificavano segretamente il come rapire quella piccolina.
     
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  4. endorphine
     
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    Con un movimento lento e trascinato della mano procedette a sollevare gli occhiali che portava in viso, trattenendoli fra indice e pollice tramite la piccola curva di giuntura tra le due lenti. Sbattè le palpebre confusa, una, due volte, realizzando di essere inconsciamente arrivata di fronte ai bagni pubblici. Ora, proabilmente lì dentro vi avrebbe trovato ogni sorta di batterio e organismo unicellulare possibile, tuttavia non era si era mai spinta così oltre da racattare ... materiali di scarto di quel genere per le sue pilloline. Sospirò, per poi scrollare le spalle e tornarsene da dove era partita con aria mogia e disillusa.

    Stava giusto per abbandonare il proprio cadavere su di una panchina, e restarsene a poltrire lì sulle doghe di legno fino al tramonto, quando un rumore buffo attirò la sua attenzione. Un susseguirsi di tock, clack, pop che proprio non aveva idea da dove provenisse. Si guardò sospettosamente intorno, posizionando nuovamente gli occhiali davanti agli occhi, oscurando parzialmente la vista con quelle lenti inappropriate. Quella successione di tonfi si faceva pericolosamente vicina, e per qualche motivo - momentaneamente non identificato - ritenne di doversi sentire minacciata da qualsiasi cosa la stesse provocando. Trattenne la tensione mordicchiandosi il labbro inferiore con gli incisivi, e prese a giocherellare spasmodicamente con le dita della mani.
    Poi vide: un ... secchio, con una persona dentro, che camminava. Forse una pianta-persona, considerata la stazza. O una persona-pianta. Dio. Prima che potesse cominciare a perdersi in inutili discettazioni linguistiche con se stessa, decise che fosse il caso invece di concentrarsi sulla strana figura nella quale s'era imbattuta, notando secondariamente una ... ragazza drago. Capelli lunghi, squame.

    Scosse il capo e si schiaffeggiò le guance, giusto per rendersi conto se si stava immaginando tutto, o se quella che gli si presentava sotto gli occhi era effettivamente la realtà. Piante e ragazze drago. E non aveva ancora preso niente di strano, quella mattina. Forse giusto una caramellina, ma poteva anche darsi che si stesse sbagliando. Forse i suoi ricordi riguardavano la sera precedente, o quella prima ancora. Gli capitava spesso di perdere la cognizione del tempo.
    « Mnh ... Oh! » esclamò, prima di potersi bloccare. A dirla tutta aveva anche cominciato a muovere i primi passi in direzione del bizzarro duo che aveva adocchiato poco prima. « S-signora piantina! » proseguì, velocizzando la propria andatura. Non sapeva esattamente cosa voleva dire, a quel grazioso esserino: una cosa sola era certa. Doveva parlarci. O almeno, rendersi conto se una pianta umana potesse parlare. La bocca ce l'aveva, da quel poco che aveva potuto vedere.
     
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  5. Super Hentai Kid
     
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    Al richiamo della sconosciuta, la prima a reagire fù la dragonessa, che mise la sua mano sulla spada, girandosi di scatto, preparandosi all'attacco. Prima ancora che però riuscisse a fare qualcosa, sentì qualcosa sulla sua gamba. La piantina la stava abbracciando, mentre la guardava con un volto serissimo. Sospirando, la prima si calmò, mentre Pyun la lasciava e si voltava verso la signorina, sorridendo come solo un esserino puccioso come lei poteva fare.

    Possho aiutarla, shignorina?

    Lo chiede tranquillissima, guardandola negli occhi.
     
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  6. endorphine
     
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    Aveva continuato a camminare in direzione della Piantina, decidendo che anche se quest'ultima non l'avesse sentita quando la ragazza aveva cercato di richiamare la sua attenzione, Alice avrebbe comunque fatto meglio a non perderla di vista.
    Quando poi si voltò con tanta grazia verso di lei, non poté fare a meno di bloccarsi, e portare le mani a congiungersi sotto il petto, come a voler trattenere l'emozione.

    CITAZIONE
    Possho aiutarla, shignorina?

    "Ommioddiobenedetto, parla. Parla! ♪" constatò mentalmente, senza dar voce ai suoi pensieri. Con in faccia un'espressione un po' come questa, rimase senza parole in un primo momento, faticando nell'elaborare una frase brillante che avesse potuto giustificare il suo gesto, e al contempo presentarla come una persona intelligente e gradevole. Sul gradevole, poi, aveva probabilmente già fallito nel momento in cui era uscita di casa con quegli occhiali neri sugli occhi, e i vestiti sciatti e sgualciti.
    Non avrebbe mai pensato di imbattersi in una creatura tanto adorabile quanto fuori dal comune. L'impulso di abbracciarla e coccolarla fino alla perdita finale delle forze era prepotente. In qualche maniera, si controllò.
    « Err... » esordì, incerta, senza avere ancora le idee chiare in merito a quello che s'apprestava a dire. « Uh, no, non ho bisogno di aiuto. » mormorò, rispondendo alla domanda che l'esserino pucchoso le aveva posto, con quella vocina caruccia e camuffata da qualche difetto di pronuncia che la rendeva assolutamente irresistibile (sicuramente non aveva bisogno dell'aiuto di una piantina, ma a parere di molti quello di uno psichiatra non avrebbe guastato affatto). « E' solo che ... nh, non avevo mai visto una persona così graziosa da vicino. » scelse bene le proprie parole, enfatizzando appena il tono di voce nel pronunciare il termine "persona". Si morse il labbro, timorosa di avere in qualche modo offeso la creaturina verde.
     
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  7. Super Hentai Kid
     
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    La scelta di parole è quasi azzeccata, dopotutto. Un complimento è sempre un complimento, e la faccina della piccola Pyun, che diventa tutta rossa mentre porta le manine sulle guancie e comincia a scrollare la testa dimostra che ha fatto colpo. La dragonessa sospira, lasciando andare la presa sulla spada, incrociando le braccia e rimanendo in silenzio. Perchè parlare, dopotutto, quando Pyun sembra aver deciso che il momento degli abbracci tocca alla signorina tanto gentile?

    Saltellando una o due volte, arriva vicino alla gamba della signora, abbracciandola teneramente e alzando lo sguardo. "Grashie! Anche lei è molto grascio...Crascino...Bella." Annuisce a sè stessa, quando finalmente trova la parola giusta.
     
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  8. endorphine
     
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    Se non avesse significato aumentare del 140% il nonsense di quella situazione, avrebbe battuto le mani e fatto strani versetti con la bocca, come una bambina a cui regalano la prima Barbie Cyborg della sua infanzia.
    La piantina - adorabilmente rossa in viso - le aveva stretto la gamba in un pucchosissimo abbraccio; si trattenne dal muovere l'arto verso l'alto. Cioè, non perché volesse calciarla via o cosa: era istintivamente la via più rapida per avvicinarla alle sue braccia e coccolarla fino a quando la dragonessa lì vicino non l'avesse dissanguata a morte a zampate/cazzotti/colpi di spada. Aveva avuto modo di percepire distintamente tutta la protettività che dimostrava per la piantina. E in un certo senso, la capiva perfettamente.
    Un esserino così piccolo doveva aver sicuramente bisogno di qualcuno che lo controllasse, pronto ad intervenire in caso di pericolo.
    CITAZIONE
    "Grashie! Anche lei è molto grascio...Crascino...Bella."

    Questa volta fu il suo turno di arrossire: solitamente non dava peso a certi commenti rivolti alla sua persona, essendo abbastanza consapevole della maniera in cui appariva (ovverso come uno stupratore seriale dal sesso indefinito, con vestiti sciatti e degli occhialoni neri ridicoli). Tuttavia, non poté fare a meno di sentirsi profondamente toccata dalle parole della piantina.
    « Awww <3 » ecco, lo sapeva. Un verso d'apprezzamento non riuscì proprio a trattenerlo. « Ti ringrazio! » mormorò, guardandola con riconoscenza. S'abbassò quel tanto che le bastò per carezzare delicatamente la testa della creaturina.
    Come colta da improvvisa ispirazione, frugò le tasche alla ricerca di una caramella (una di quelle innocue, eh). Ne estrasse un paio di quelle bianche e rosse, alla menta. Non era sicura che fossero digeribili per la piantina, ma in ogni caso tanto valeva provare. Lanciò un'occhiata anche alla dragonessa, abbozzando un mezzo sorriso. « Caramella? » offrì, sistemandosi poi gli occhiali con la mano libera.
     
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7 replies since 14/12/2011, 20:10   295 views
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